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l'operazione arpagone

Prestavano soldi con tassi fino al 1600%: arrestata famiglia di usurai ad Acireale

Operazione della Polizia: in manette padre, madre e figlia e un collaboratore. Ad un operaio, al quale furono dati 300 euro, richiesti interessi di 100 euro a settimana 

Di Redazione |

Prestavano soldi a tassi usurari che potevano arrivare anche al 1600% annuo. I poliziotti del Commissariato di Acireale hanno arrestato su ordine del Tribunale di Catania, quattro persone. Gli arrestati sono Rosario Fichera, Maria Concetta Torrisi; Caterina Fichera e Mario Patanè. Tutti sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di usura e abusivismo finanziario.

Le indagini coordinate dalla Procura di Catania hanno compreso un periodo tra il dicembre del 2021 e il giugno del 2022. Tutto ha preso il via da una indagine dei poliziotti di Acireale che hanno scoperto una ben organizzata attività di usura prestando soldi a soggetti in gravi difficoltà economiche e con la richiesta di tassi proibitivi.

Normalmente, gli indagati richiedevano alle loro vittime la corresponsione di interessi fra il 10 e il 40 % mensili, da ricalcolare e parametrare ad interessi annui iperbolici. Uno dei casi più significativi ha riguardato un operaio al quale per un prestito di 1000 euro sono stati richiesti 300 mensili di solo interesse (30% mensile – 360% annuale); mentre, alla medesima vittima, per un prestito di € 300, sono stati richiesti € 100 settimanali di solo interesse, stabilendo un tasso usurario ben al di fuori da qualsiasi legale parametrazione (33% settimanale – 132% mensile – 1584% annuo).

Le vittime per estinguere il debito avrebbero , infatti, dovuto restituire, in un’unica soluzione, l’intera somma ricevuta in prestito più il 10% della stessa, quale ultimo interesse da corrispondere. Una seconda modalità per accedere al “rientro” ed estinguere il debito era quella di corrispondere, oltre all’ineludibile rata periodica degli interessi, un’altra rata di importo maggiore fino a raggiungere la somma capitale avuta in prestito più il 10% per l’ultimo interesse dovuto.

Al centro dell’indagine c’è Maria Concetta Torrisi con la figlia Caterina Fichera. In una intercettazione la madre, fuori sede, raccomanda alla giovane alcuni incassi da fare, commentando cifre e nominativi riportati su un calendario da considerarsi un vero e proprio scadenzario. La seconda, dall’alto valore significativo, in cui i coniugi spiegano alla figlia come funziona l’usura, rimanendo spiazzati di fronte alla sorpresa della giovane che non riesce a comprendere come mai, nonostante il debitore, nel tempo, abbia versato cifre enormi, anche 3 – 4 volte i soldi ricevuti, non abbia, comunque, estinto il prestito ricevuto, ancora interamente preteso. La conclusione che traggono i due coniugi, quasi delusi, è che la figlia non potrà dedicarsi “all’attività di famiglia”. Infatti anche i genitori di Rosario Fichera, oggi defunti, esercitavano l’attività di usurai, tant’è che nel 2013 le due generazioni dei Fichera furono arrestate nell’operazione “Affari di Famiglia”. Nel corso delle indagini , è emerso anche come , nonostante l’ingente disponibilità di denaro, Rosario Fichera percepirebbe il reddito di cittadinanza. Rosario Fiochera Maria Concetta Torrisi sono stati rinchiusi in carcere Caterina Fichera è stata posta ai domiciliari, mentre Mario Patanè ha ricevuto il provvedimento in carcere dove si trova detenuto per altre vicende. L’operazione è stata denominata “Operazione Arpagone”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA