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Sanità, ecco i 39 ospedali siciliani che saranno finanziati con il Pnrr

La mappa delle strutture di comunità, 49 Cot e 150 Cdc. L’assessore  Razza in commissione all'Ars: «Niente fughe in avanti, solo ricognizione delle Asp». Il M5S mette in guardia: "Questi soldi non servano a fare campagna elettorale"

Di Mario Barresi |

Nonostante le premesse, dalla seduta della commissione Salute all’Ars Ruggero Razza esce senza farsi del male. L’assessore regionale, sotto accusa (anche da parte di ampi settori della maggioranza) per la fuga in avanti sui circa 800 milioni di fondi del Pnrr, riesce a convincere quasi tutti della tesi già espressa a La Sicilia, che aveva sollevato il caso: «Si tratta soltanto di un’istruttoria tecnica con Agenas, non un atto di programmazione, ma di ricognizione delle Asp, da condividere con Ars e territori».

Sul tavolo della commissione Razza ieri porta un “promemoria” di 22 pagine, in cui sono riassunti i principali passaggi di un iter già iniziato a giugno scorso: incontri con Agenas, ma soprattutto proposte condivise con i manager delle Asp siciliane e già caricate sul portale nazionale. Ed è proprio questo il punto di caduta: dove sono previste, seppur non definitivamente, le strutture finanziate dalla “componente 1” della “missione 6” del Pnrr in Sicilia: 39 Ospedali di comunità per il «rafforzamento dell’assistenza sanitaria intermedia» (93,4 milioni), 49 centrali operative territoriali «per cura, assistenza domiciliare  e telemedicina, una ogni 100mila abitanti» (16,7 milioni) e 146 Case della comunità per la «presa in carico della persona» (216,9 milioni).

Nel documento c’è già un’ipotesi di mappa. Per gli ospedali di comunità, ad esempio, si prevede la destinazione di immobili ad Agrigento (Pta di Agrigento e Bivona, poliambulatorio S. Margherita Belice), Caltanissetta (ospedali di Mazzarino e San Cataldo, padiglione C), Catania  (ex Inam Acireale, sito di Santo Pietro a Caltagirone, San Luigi e Santo Bambino a Catania, Pta di Linguaglossa, ex ospedale S. Lorenzo a Mineo, immobile a Paternò, Rsa e Pto a Ramacca, ex ospedale di Randazzo), Enna (ospedale di Leonforte), Messina (ex presidi di Barcellona, Milazzo e Taormina, ex padiglione 5 Messina, poliambulatorio S. Agata di Militello), Palermo (4 siti non meglio identificati nel capoluogo, 2 a Palazzo Adriano, uno a Petralia Sottana, Piana degli Albanesi e Termini Imerese), Ragusa (ospedali Maria Paternò Arezzo di Ragusa, Regina Margherita di Comiso e Busacca di Scicli), Siracusa (ospedali di Lentini, Noto e Rizza nel capoluogo) e Trapani (indicato un «terreno» a Trapani, ospedali di comunità di Marsala e Salemi). Il modello organizzativo prevede Odc con 20 posti letto e uno standard di personale con 9-10 infermieri, 1-2 unità di supporto (sanitario e amministrativo), 6 operatori sociosanitari e un medico per 4 ore e mezza 7 giorni su 7. 

Questa, invece la dislocazione iniziale delle 49 Centrali operative territoriali, una ogni 100mila abitanti, con 5-6 infermieri e 1-2 unità di supporto: Agrigento, Canicattì, Licata e Ribera; Caltanissetta, Mussomeli e San Cataldo; Acireale, Bronte, Caltagirone, Catania (4), Giarre, Gravina, Palagonia, Paternò; Enna e Nicosia; Barcellona, Messina, Milazzo, S. Agata di Militello e Taormina; Palermo (12); Ragusa (3); Augusta, Lentini, Noto, Siracusa; Alcamo, Erice, Marsala, Mazara.

Più lungo l’elenco delle 150 Case della comunità (16 ad Agrigento, 8 a Caltanissetta, 32 a Catania, 5 a Enna, 18 a Messina, 37 a Palermo, 9 a Ragusa, 12 a Siracusa, 13 a Trapani)  che prevedono un modello organizzativo con 30-35 medici di famiglia afferenti e un ambulatorio aperto per 12 ore 6 giorni su 7, continuità assistenziale notturna e nei festivi attraverso 10-15 ambulatori con 10-20 medici, 8-12 infermieri e 5-8 unità di personale amministrativo, tecnico e sanitario.

Ma ci sarà tempo per entrare nei dettagli. «L’assessore in audizione ha mostrato la massima disponibilità a collaborare – conferma la presidente della commissione Salute, Margherita La Rocca Ruvolo – per arrivare alla proposta definitiva, comprendendo che magari qualche tappa era effettivamente stata bruciata». Mercoledì e giovedì prossimi in commissione saranno sentiti i nove manager delle Asp, mentre l’assessore convocherà «i sindaci, l’ordine dei medici e le parti sociali», come chiesto dal Pd e invocato dalla Uil, che ha chiesto a Razza «di fare un passo indietro» sull’iter. Al di là di qualche perplessità espressa dall’autonomista Pippo Compagnone, nell’audizione di ieri l’unico attacco frontale all’assessore è arrivato dal grillino Giorgio Pasqua: «Lei agisce sempre allo stesso modo, prima fa le cose e poi finge di condividerle». Del resto il M5S mette in guardia: «Razza e Musumeci si tolgano dalla testa di utilizzare gli 800 milioni del piano di spesa dei fondi del Pnrr per la sanità per fare campagna elettorale».

 
 

 
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