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Scandalo Cannes, la “carta” che inguaia l’assessorato: «Absolute Blue non c’entra col Festival»

Renato Schifani ha ottenuto la revoca del finanziamento da parte del Turismo, ma il carteggio fa emergere altre circostanze imbarazzanti

Di Mario Barresi |

Alla fine non ha vinto soltanto Renato Schifani. Ha vinto il buon senso, in attesa di ulteriori sviluppi. L’assessorato regionale al Turismo, dopo l’ultima intimazione formale del governatore, ha revocato ieri pomeriggio il decreto con cui finanziava, con 3 milioni e 750mila euro, una mostra fotografica da allestire al Festival di Cannes con 12 scatti d’autore realizzati in Sicilia, tutto a cura della società lussemburghese Absolute Blue. Per essere più precisi – citando dalle 12 pagine firmate dal dirigente generale ad interim Franco Fazio e dal dirigente della Sicilia Film Commission, Nicola Tarantino; gli stessi che avevano dato il via libera all’affidamento diretto – la Regione annulla i finanziamenti previsti per “Casa Sicilia” a Cannes (pari a 2.760.160 euro) e sospende «nelle more di ulteriori approfondimenti e valutazioni» la procedura sui 311.259 euro per lo “shooting” nell’Isola. Tutto Iva esclusa.

Il governatore, che annuncia il passo indietro del meloniano Francesco Scarpinato al Tg4, si limita a un sobrio commento: «Dopo avere ricevuto il parere dell’avvocatura ho chiesto l’annullamento. Il danno di immagine c’è stato, voglio che gli italiani sappiano che in Sicilia esiste un controllo istituzionale che vigila e interviene, così come è accaduto per la vicenda del cartello delle compagnie aeree per i voli in Sicilia».

Dal carteggio sul tavolo di Schifani, emergono alcune verità imbarazzanti. La prima è racchiusa nelle sei pagine di relazione dell’Avvocatura, a firma di Giovanni Bologna. Spulciando tutti gli atti allegati al mega-contratto con la «società con forma anonima» lussemburghese, l’avvocato generale della Regione ha infatti scoperto che c’è qualcosa che non torna. Soprattutto sul requisito dell’«esclusività» del servizio offerto dalla Absolute Blue (amministrata da Patrick Nassonge, alter ego di Moja che firma le foto artistiche) su cui si fonda la procedura di affidamento senza un bando pubblico. In particolare, l’attenzione si sofferma sulla lettera di “Recommandation” che il direttore del Partenariato del Festival di Cannes firma su Absolute Blue. Alla quale vengono riconosciuti, su richiesta dell’interessata, «la professionalità, il rigore e l’efficienza» di una società che ha il ruolo di «intermediario» con Mastercard, sponsor ufficiale della manifestazione.

Eppure, precisa il direttore del Partenariato del Festival, «nessun contratto è stato stipulato tra il Festival di Cannes e Absolute Blue», poiché la società è soltanto stata «ingaggiata dai partner del Festival per implementare la partnership». Del resto, chiosa, «i contratti di partnership vengono firmati direttamente con i marchi».

E così la lettera di raccomandazione, col senno di poi, si trasforma in un boomerang. Perché il fatto che l’autodichiarato «fornitore esclusivo» sia legato soltanto a uno sponsor, scrive Bologna nel parere, non è una «circostanza risolutiva al fine del ricorso alla procedura negoziata». Per il braccio legale della Regione, dunque, la società «appare priva della necessaria connotazione soggettiva» che legittimi il Turismo ad affidarle 3,7 milioni senza bando.

E non è tutto. Nel parere dell’Avvocatura, inoltre, si specifica che «nessuna attestazione è stata rinvenuta fra la documentazione» per dimostrare che Absolute Blue sia esclusivista dei servizi che propone, fra cui «attività di locazione e decorazione delle sale (grandi e piccole) dell’Hotel Majestic Barriere di Cannes» (offerto, si fa per dire, a 920mila euro); «fornitura e posa fuori sale e dentro sale di pannelli pubblicitari» (306mila euro); «fornitura dell’animazione, dei servizi correlati alla conferenza stampa e ai consumi» (511mila euro); «attività di reclutamento, ingaggio, gestione e quant’altro dovesse occorrere rispetto alla manodopera e ai relativi costi» (618mila e 170mila euro); «attività di cura degli ospiti della Regione Siciliana» (costo previsto 30mila euro).

Ma allora Nassonge e la sua Abosolute Blue di cosa sono esclusivisti? La risposta di Bologna è laconica: «L’unica attività che potrebbe (almeno astrattamente) rientrare» è lo shooting fotografico, «se effettivamente (come sembra) la società sia l’unica proprietaria del Progetto “Women and Cinema” e nella misura in cui la Regione Siciliana si sia determinata nella sua utilizzazione (e non di altro)». Insomma: dietro la Fontana di Trevi lussemburghese, alla fine, ci sono soltanto 12 fotografie di donne che evocano i film girati in Sicilia. Sotto il vestito niente, o davvero poco. Non certo quanto da giustificare – al netto dell’oggettiva congruità delle singole voci di spesa, dopo i 2,2 milioni del 2022- l’affidamento senza bando.

L’altra “scoperta” che mette in imbarazzo l’assessore è fra le righe (precisamente: otto) del decreto di revoca firmato ieri. Scarpinato, sotto pressione in queste giornate convulse, avrebbe provato a scaricare tutta la responsabilità del caso Cannes («Io non ne sapevo assolutamente nulla») ai vertici amministrativi del Turismo. Dai quali arriva ora, in gelido burocratese, la vendetta. Tramite la citazione della nota (protocollo n.40847 del 28 novembre 2022) con cui il dirigente Tarantino, appena nominato Rup del procedimento, «prima dell’aggiudicazione della commessa» alla società lussemburghese e «prima della sottoscrizione del contratto di appalto» su Cannes, «ha notiziato» l’assessore, «per il tramite del dirigente generale ad interim» (Fazio) «in merito all’iter amministrativo condotto».

Dunque Scarpinato sapeva tutto. E la prova madre è la «presa d’atto» che dallo stesso assessore viene «annotata in calce» alla segnalazione dei burocrati. Tutto ciò avviene il 14 dicembre scorso. Sei giorni prima che la Regione desse il via all’operazione “Cannes 2”. Che ora è stata clamorosamente stoppata. Twitter: @MarioBarresi

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