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Inchieste e rivelazioni

Scandalo Cannes, la musicista “pentita” teste-chiave: «Ai pm ho fatto i nomi, io vittima di un piano»

Marianna Musotto è stata indagata con l'accusa di aver proposto una mazzetta da 50mila euro all’allora capo della segreteria tecnica dell'ex assessore regionale al Turismo Messina, Raoul Russo

Di Mario Barresi |

La premessa è inequivocabile: «Non parlo di quel verbale, né dei nomi che ho fatto ai magistrati. I miei avvocati mi hanno proibito di parlare con voi giornalisti e anzi quereleremo chiunque dovesse accostare il mio nome a quelli lì…». Eppure Marianna Musotto ne avrebbe davvero tante, di cose da dire. A maggior ragione ora che «tutto comincia a essere ancora più chiaro».

E molti di questi dettagli li rivela a La Sicilia, in un lungo colloquio, che – rispettando il patto con l’interlocutrice e le indagini in corso a Palermo – divulghiamo soltanto in minima parte. Ora la musicista palermitana, indagata per la presunta tangente di 50mila euro proposta in chat, comincia a far paura anche a «quelli lì». Perché è anche dal suo interrogatorio di metà aprile scorso, dopo il quale le furono subito revocati gli arresti domiciliari, che la Procura di Palermo avrebbe trovato materiale utile per un’inchiesta sulla gestione dei fondi dell’assessorato al Turismo, aperta prima del caso delle spese allegre sulla Croisette. «Su Cannes non so nulla, tranne quello che ho letto sui giornali», tiene a precisare. E su tutto il resto?  «Mi sono limitata a raccontare i fatti in modo chiaro e preciso, compresi i nomi, dicendo tutto quello che sapevo». A partire dai rapporti con chi l’ha denunciata: l’ex assessore regionale al Turismo, Manlio Messina e l’allora capo della segreteria tecnica, Raoul Russo, interlocutore nella chat di Telegram. Della quale non è mai emersa una parte mancante: quella in cui Musotto avrebbe proposto «contributi volontari» che i musicisti dovevano «fatturare». Il che ridimensionerebbe la narrazione fin qui passata su tutti i media. Ma anche questo aspetto, promette, «lo tratteremo al momento giusto».  

La voce viene rotta da un singulto, quando si parla della sua vicenda giudiziaria. «Ero ad Assisi, quando cominciò lo stillicidio sul web. E pregavo sulla tomba di San Francesco… Non potevo credere che stesse succedendo davvero. Io sono una persona perbene, una che va a messa e che aiuta gli altri. A Palermo tutti conoscono me e la mia famiglia: tutti sanno chi siamo». Le indagini per istigazione alla corruzione si sono concluse, presto in tribunale arriverà la prima verità giudiziaria: il 7 febbraio l’udienza preliminare, difesa dagli avvocati Fernando Rucci e Giuseppe Di Stefano.

Musotto,  «dopo mesi pesantissimi», in cui anche il brutto pensiero di togliersi la vita le è passato più di una volta in mente, ha ripreso a suonare. Prova a ripartire, in attesa che la sua vicenda sia chiarita. «Non voglio essere tirata in mezzo in quello che sta succedendo». Eppure la musicista aspetta che «tutto questo sarà finito». Per poter raccontare «a tutti» anche altri aspetti solo in apparenza collaterali: dai «pedinamenti con imboscate» a Sanremo al «ruolo di alcuni giornalisti». Sperando che un giorno, presto, venga fuori – ma saranno i giudici ad accertarlo, in un senso o nell’altro – che, anziché la trombettista che offre mazzette, potrebbe essere la «vittima di un piano», solo perché «sono capitata a tiro, ed ero considerata una debole, più facile da colpire. Magari lo sarò, ma non sono certo una “babba”…», chiosa col tono di chi è convinta che questa storia non avrà il finale che le era stato cucito addosso. Twitter: @MarioBarresiCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA