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Sharm, lo zio del bimbo morto: “Aiutateci a riportarli a casa. Non sappiamo le cause, hanno escluso l’avvelenamento

"La vacanza si è trasformata in una tragedia". La famiglia palermitana era in ferie per due settimane, il padre ancora grave, la mamma è incinta

Di Redazione |

"Doveva essere una vacanza si è trasformata in una tragedia. I miei genitori stanno impazzendo". Roberto Manosperti, zio materno del bimbo palermitano di 6 anni morto a Sharm El Sheik per quella che è stata curata come un’intossicazione alimentare, non riesce ancora a credere che il piccolo Andrea non ci sia più. "Stiamo vivendo un incubo" racconta all’Adnkronos. Il bimbo era in vacanza in Egitto con il padre, Antonio Mirabile, 46 anni, dipendente Anas, e la mamma Rosalia Manosperti, incinta di 4 mesi, Erano partiti il 26 giugno e doveva stare in Egitto per due settimane.

E’ cominciato tutto venerdì 1 luglio, quando tutta la famiglia si è sentita male. "Mio nipote e mio cognato, Antonio Mirabile, avevano sintomi più gravi – dice – mia sorella (Rosalia Manosperti ndr), che è incinta di quattro mesi, più lievi". Alla guardia medica vicino al resort in cui sono ospiti li curano come affetti da un’intossicazione alimentare, cosa piuttosto frequente per i turisti in Egitto. Ma la situazione non migliora. Andrea è quello che sta peggio di tutti. Vomita tutta la notte, insieme al papà. "Sabato hanno richiamato il medico – racconta lo zio – e gli ha detto di ripassare nel pomeriggio ma i sintomi non passavano e hanno deciso di chiamare l’ambulanza. Già sabato sera Andrea non c'era più, è morto in 36 ore".  

L’incubo però continua. Il papà di Andrea sta male, finisce in terapia intensiva. "Adesso Antonio sta meglio ma non riusciamo ad avere informazioni esatte sul suo stato di salute. Sappiamo solo che ha un’ossigenazione all’82% – racconta Roberto Manosperti – C'è di mezzo l'assicurazione che avevano stipulato prima di partire e dall’ospedale non ci dicono nulla. Abbiamo chiesto a un interprete di parlare con un nostro medico ma ci è stato detto di no. Adesso vogliamo solo riportarli a casa ma anche questo sembra impossibile". La Farnesina è in costante contatto con la famiglia "ma per poterli trasferire con un volo di Stato con personale medico a bordo hanno bisogno del via libera dell’ospedale". 

"Ci siamo attivati anche per un volo privato – prosegue Manosperti – abbiamo già diversi preventivi ma anche in questo caso servono i referti medici che l’ospedale non ci vuole dare. Non sappiamo come fare, abbiamo bisogno di aiuto". 

Roberto è riuscito a parlare con sua sorella via Messenger. "E' distrutta dal dolore – racconta – vuole solo tornare a casa e vivere il suo dolore". Intanto la magistratura ha aperto un’inchiesta. "Già sabato mia sorella ha parlato con un magistrato tutta la notte – dice – e ieri notte, in terapia intensiva, è arrivato un emissario del ministero della Salute egiziana dicendo che hanno fatto due tossicologici e hanno escluso l’avvelenamento. Hanno anche già fatto l'autopsia ad Andrea… non so neanche quanto sia normale. Prima ci avevano detto che la salma doveva essere portata al Cairo invece l'hanno fatto a Sharm. Non vediamo vie di fuga da questo incubo, vogliamo vivere il nostro dolore insieme a casa in Italia, ma non sappiamo come fare – aggiunge Manosperti – Mio cognato ha problemi renali e cardiaci, non si regge in piedi, ha l'ossigenazione all’80%. Vogliamo riportare tutti a casa, qualcuno ci aiuti».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA