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Il dramma

Strage di Licata, il dolore della città: “I picciriddi non si toccano mai”

Mercoledì prossimo i funerali delle quattro vittime dell'eccidio di contrada Safarello avvenuto per mano di Angelo Tardino che ha ucciso il fratello, la cognata e i due nipoti per poi suicidarsi

Di Franco Castaldo |

I bambini non si toccano per nessuna ragione al mondo. Ed il tema dei “picciriddi” assassinati senza pietà dallo zio nella casa-tomba di contrada “Safarello”  è l’unico che tiene banco ovunque a Licata: nei bar, in ufficio, per strada.I bambini sono intoccabili e lo sapeva bene anche lo zio-assassino che, dopo il massacro, ha confessato in lacrime alla moglie di “averli uccisi tutti, compresi i bambini”, provocando la reazione incredula della donna: «Ma loro che c’entravano».Il dramma di Licata vive ancora nella mente di tutti per l’orribile fine di Alessia e Vincenzo Tardino, 15 e 11 anni, massacrati nella loro casa insieme ai genitori Diego Tardino e Angela Ballacchino. 

A compiere l’orribile delitto uno di famiglia, lo zio Angelo Tardino che ha confessato tutto – chiamandola al telefono – alla moglie, Mariella Cammilleri, poco prima di suicidarsi e dopo aver portato avanti una trattativa con i carabinieri che si erano messi a cercarlo per impedirgli di compiere ulteriori gesti tragici ed arrestarlo. Ma tutto si è rivelato inutile dato che, proprio alla moglie aveva anticipato di voler chiudere a quel punto la sua esistenza pronunciando un drammatico quanto conclusivo «Perdonami, la mia vita è finita». Il colpo di pistola alla testa ha allungato la lista dei morti di quel drammatico mercoledì 26 gennaio 2022 che ha segnato la storia recente di Licata. Le indagini successive e i sopralluoghi sul luogo del delitto hanno mostrato ulteriormente la brutalità dell’accaduto. Lo si capiva molto bene, soprattutto, osservando chi in contrada “Safarello” è andato ed ha visto quei cadaveri. Carabinieri navigati e adusi ad ogni tipo di vicende completamente stravolti e con il viso umido di lacrime. Chi ha messo piede nella casa dell’orrore, compresi medici, periti, addetti alle pompe funebri, è uscito profondamente segnato per l’orrore appena visto.

La vicenda è nota: Angelo Tardino roso dalla rabbia e dall’invidia ha ucciso fratello, cognata e due nipoti per lavare l’onta di un torto subito legata ad una miserabile spartizione di beni immobili (casa e terreno) che il genitore aveva donato. Dopo anni di ripicche e dispetti, Angelo Tardino ha covato un odio mortale, come confermato dalla moglie, nei riguardi del fratello al punto di ucciderlo e sterminare la sua famiglia affinchè di essa non restasse più traccia. Una follia pura, difficilmente spiegabile e, soprattutto, difficilmente prevedibile. È sempre Mariella Cammilleri che conferma un dato che in molti hanno evidenziato e cioè che l’assassino mai aveva dato segni di disturbi mentali o manifestato indole violenta.  I numerosi dissidi ed alterchi degli ultimi anni non hanno mai consentito di pensare ad una chiusura così tragica delle loro dispute. Tuttavia, l’accumulo e la sedimentazione di tutti questi “sgarbi”, veri o presunti, hanno minato la psiche dell’assassino e sono sfociati in un'unica manifestazione violenta, senza segnali premonitori, culminata nella strage.

Adesso Licata si accinge a compiere l’ultimo atto di questa tragica rappresentazione con la celebrazione dei funerali delle vittime che saranno solenni per volontà del sindaco Giuseppe Galanti e che si terranno forse mercoledì e che probabilmente si svolgeranno in un luogo idoneo a contenere una moltitudine di gente. Oggi, intanto, verranno eseguite le autopsie sui cadaveri. E verrà chiusa la fase giudiziaria.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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