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L’Etna si risveglia: spettacolare fontana di lava ma torna anche l’incubo cenere

Pioggia di sabbia nera sui paesi etnei della fascia ionica, nessun impatto sull'aeroporto

Di Redazione |

Torna a farsi sentire e vedere l'Etna con una fontana di lava, forte esplosioni e emissione di cenere lavica dal cratere di Sud-Est. Lo rileva l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Osservatorio etneo, di Catania che registra un aumento dell’ampiezza del tremore, che raggiunge valori alti.

L’attuale fase eruttiva del vulcano attivo più alto d’Europa, al momento, non impatta sull'operatività dell’aeroporto internazionale Vincenzo Bellini perché la nube di cenere ha preso tutt'altra direzione inondando di sabbia nera i paesi della costa jonica tra Giarre e Riposto, ma anche quelli pedemontani come Milo, e Fornazzo.

La caduta di cenere e lapilli ha creato grosse difficoltà anche sull'autostrada A18, rendendo difficile la circolazione con molti automobilisti che si sono fermati.

L’Ingv-Oe di Catania ha comunicato che continua l’attività esplosiva ai crateri sommitali Sud-Est dell’Etna. La fase eruttiva ha prodotto due flussi lavici uno in direzione Valle del Bove e un altro in direzione Sud-Ovest, quest’ultimo ha circondato Monte Frumento Supino. I fronti dei flussi sono ancora attivi.

Sulla caduta di cenere è intervenuto anche il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci: «Una nuova e fittissima pioggia di cenere vulcanica sta cadendo su molti comuni del versante ionico siciliano, Giarre e Riposto in particolare. Mentre ancora i boati del Vulcano, dove è in corso l’ennesimo evento parossistico, non si placano, sono già evidenti i danni enormi che lapilli e cenere stanno provocando. E domani sarà, di nuovo, conta dei danni».

«L'abbiamo detto e ripetuto – ha aggiunto il governatore – non si tratta di un fenomeno sporadico, questi "episodi" sono sempre più frequenti e non possono essere gestiti come occasionale emergenza. E’ necessario che la Protezione civile nazionale ed il governo di Roma facciamo un ulteriore sforzo finanziario e intervengano su Bruxelles affinché l’Unione europea – sottolinea Musumeci – riconosca finalmente questo fenomeno come calamità nazionale e autorizzi un Piano che ci consenta di dare risposte immediate e congrue a sindaci e cittadini, ancora oggi costretti da sette mesi ad affrontare una emergenza che è diventata routinaria».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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