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Un inferno di botte, insulti e minacce durato quasi dieci anni: arrestato marito violento

I carabinieri hanno eseguito un provvedimento cautelare nei confronti di un 32enne che aveva vessato sin dai primi giorni di matrimonio la moglie 

Di Redazione |

PROCURA DISTRETTUALE DELLA REPUBBLICA

CATANIA

COMUNICATO STAMPA

Un inferno durato quasi 10 anni fatti di insulti minacce e botte e al quale la procura di Catania ha finalmente posto fine. In carcere maltrattamenti in famiglia e lesioni personali è infatti finito un uomo di 32 anni raggiunto da un’ordinanza firmata dal gip del Tribunale etneo ed eseguita dai Carabinieri della Stazione di Camporotondo Etneo.

Un inferno cominciato sin dal 2013 anno del matrimonio con un atteggiamento autoritario nei confronti della moglie che avrebbe subito continuamente insulti, minacce e aggressioni fisiche a seguito delle quali però la donna non si sarebbe recata in ospedale e non aveva inteso denunciare per evitare conseguenze penali per il marito. La prima denuncia è comunque del 2013 per un’aggressione fisica a seguito della quale il marito ha anche avuto una condanna definitiva per maltrattamenti. Ciò nonostante l’uomo, che sarebbe assuntore abituale di sostanze stupefacenti, avrebbe perseverato nelle condotte vessatorie e violente nei confronti della moglie, non avrebbe sostenuto le spese familiari, allontanandosi spesso per lunghi periodi da casa e costringendo talvolta la donna a vendere gli elettrodomestici dell’abitazione per fare fronte alle spese di casa e per pagare i debiti del marito. Lo scorso mese di giugno dopo una lite scaturita per il mancato adempimento ai doveri familiari dell’uomo, questi la aggrediva nuovamente spingendola ad allontanarsi dalla casa coniugale con i figli minori. Dopo una breve riappacificazione l’uomo, che sarebbe stato mosso anche da una morbosa gelosia perché sospettava che la moglie intrattenesse una relazione extraconiugale, l’avrebbe aggredita ancora una volta e l’avrebbe minacciata pretendendo, tra l’altro, che in piena notte gli consegnasse il cellulare al fine di controllarlo; circostanza che avrebbe indotto la donna a dormire con i figli in un’altra stanza chiusa a chiave. Comportamenti sempre maggiormente aggressivi che hanno spinto la donna nel mese di ottobre 2021 a chiedere la separazione dall’uomo il quale, ricevuta la comunicazione ufficiale dal suo legale, l’avrebbe minacciata telefonicamente. Qualche giorno più tardi la situazione degenerava al verificarsi di un altro episodio quando dopo una lite per futili motivi l’uomo avrebbe insultato la moglie pesantemente e l’avrebbe aggredita fisicamente alla presenza dei figli minori mettendole la cinghia di uno zaino al collo, cagionandole lesioni con prognosi di 10 giorni.

Poi nei primi giorni di novembre l’uomo avrebbe inviato messaggi di minaccia tramite WhatsApp ingenerando nella moglie un forte e perdurante stato di paura, al punto da sentirsi in pericolo anche solo per uscire di casa per accompagnare i figli a scuola e quindi convincersi sulla necessità di ricorrere ai Carabinieri di Camporotondo Etneo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA