Niko Pandetta e la videocall “galeotta”: al setaccio il cellulare che il rapper catanese si era procurato in carcere
Il nipote del boss ergastolano Turi Cappello ora è indagato anche per accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti
Il suo nome è scritto su un fascicolo che è sulla scrivania del procuratore aggiunto di Catania Agata Santonocito. Niko Pandetta, dopo la videocall “galeotta” con il rapper Baby Gang al “One Day Music Festival” di Catania, è indagato per accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti. Reato introdotto nel 2019 per cui si rischia una pena fino a quattro anni. La procura ha delegato le indagini alla squadra mobile di Catania.
Nelle mani degli investigatori c’è il cellulare trovato due giorni fa nel carcere di Rossano, in Calabria, dove il rapper catanese sta scontando condanne per droga, evasione e rissa. Quest’ultima è diventata definitiva da poche settimane con il verdetto della Cassazione.
A sequestrare il telefonino sono stati gli agenti della polizia penitenziaria in servizio nella casa circondariale che su iniziativa hanno proceduto alla perquisizione della cella. Lo smartphone sarà analizzato dalla scientifica che svolgerà accertamenti di tipo forense per verificare se il primo maggio - giorno in cui è avvenuto il “concerto” del rapper Zaccaria Mouhib, in arte Baby Gang - ci sia stata realmente una chiamata in diretta.
“Setacciato” quindi il cellulare di Pandetta, nipote del boss ergastolano Turi Cappello, per verificare se fra chat, chiamate e video ci siano prove del contatto tra i due cantanti, che hanno firmato assieme il brano “Italiano”. La canzone è stata al centro della performance “incriminata” che si è svolta alla Plaia di Catania giovedì sera.
Dagli uffici di via Ventimiglia le bocche restano cucite. Ma i poliziotti della squadra mobile etnea hanno attivato più strade per poter determinare che tipo di collegamento sia avvenuto prima dell’esibizione di Baby Gang. Per la ricostruzione sono stati acquisiti video caricati su TikTok, ma anche ascoltati testimoni diretti. Non si esclude che potrebbero essere sentiti anche gli organizzatori dell’evento e lo staff di Baby Gang. E potrebbero essere chiesti chiarimenti anche al rapper.