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Omicidio Agata Scuto, chiesta la conferma dell'ergastolo per Palermo

L'uomo fu arrestato tre anni dopo che delle segnalazioni anonime avevano invitato le forze dell'ordine a cercare il corpo della giovane donna nella cantina della casa di famiglia

Laura Distefano

29 Maggio 2025, 16:34

Rosario Palermo e la vittima Agata Scuto

Rosario Palermo e la vittima Agata Scuto

Confermare l'ergastolo a Rosario Palermo, condannato l'anno scorso per l'omicidio e la soppressione del cadavere di Agata Scuto, scomparsa da Acireale 13 anni fa. Questo quello che ha chiesto il sostituto procuratore generale Antonio Nicastro alla Corte d'Assise d'Appello di Catania, al termine della requisitoria dove ha ricostruito l'apparato probatorio a carico dell'imputato.

Per il Pg non ci sarebbero dubbi sulla responsabilità penale di Palermo, che è stato arrestato tre anni fa dai carabinieri che aprirono l'inchiesta dopo che delle segnalazioni anonime avevano invitato le forze dell'ordine a cercare il corpo della giovane donna nella cantina della casa di famiglia. Gli investigatori arrivarono ma non trovarono nulla. Ma, con il coordinamento della procura, gli investigatori avviarono una serie di accertamenti e sequestri. E furono raccolte diverse testimonianze. E ci furono anche due false testimonianze che avevano l'obiettivo di fornire un alibi a Palermo il giorno della scomparsa di Agata, nel 2012. Il sostituto Pg Nicastro ha evidenziato l'aspetto del depistaggio alle indagini che incastra ancor di più l'imputato, che è arrivato anche a costruire prove false pur di scagionarsi.

Come quello di posizionare una rondella di ferro nel luogo indicato sull'Etna dove Palermo disse di essere andato quando si verificò l'allontanamento della ventenne. Una vicina di casa - l'ultima a vedere Agata - però quella mattina ha visto la macchina dell'imputato parcheggiata nei pressi di casa Scuto. Rosario Palermo a quei tempi era il convivente della mamma della vittima. Un altro tassello del puzzle è il monologo-confessione di Palermo in auto: dove ha cominciato a parlare da solo a voce alta dicendo fatti e questioni inerenti l'omicidio di Agata e la distruzione del corpo. Il magistrato Nicastro riconduce il movente del delitto - come è stato evidenziato nelle motivazioni della condanna di primo grado della Corte d'Assise - al fatto che Agata fosse rimasta incinta e questo dettaglio avrebbe dovuto rimanere segreto. Su questo aspetto, la difesa ha chiesto alla Corte una perizia medica su una presunta impotenza nel periodo in esame collegato a un problema alla prostata. Dalla perizia, concessa dal collegio di secondo grado, però - come evidenziato dal pg nella requisitoria - non è emersa una precisa correlazione medico-scientifica. Un apparato probatorio solido, secondo il sostituto Pg Antonio Nicastro che ha quindi chiesto di confermare la condanna all'ergastolo nei confronti di Palermo, che si è sempre professato innocente. Il turno della difesa sarà il 26 giugno. Oggi hanno anche discusso le parti civili che si sono associate alla richiesta della procura generale.