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LA STORIA
Pantalica, la riserva dimenticata: chiusi da anni i varchi di accesso per un’ordinanza che non arriva mai
Un problema impantanato nelle pastoie burocratiche. Il Comune di Cassaro: «Fatto tutto il possibile, dipende dalla Protezione civile»
Manca ancora l’ordinanza del Dipartimento nazionale della Protezione civile per dipanare l’intricata vicenda relativa agli interventi di ripristino dei luoghi a seguito dell’alluvione del 2018 e del 2021 che hanno reso impraticabile un ponte sulla vecchia linea ferrata Siracusa-Vizzini, e vulnerabile la viabilità di accesso alla valle dell’Anapo e, in particolare, al sito archeologico di Pantalica. Un problema che si trascina ormai da anni e che sembra impantanato nelle pastoie burocratiche.
«Abbiamo fatto quanto era dovuto – spiega il sindaco di Cassaro Mirella Garro – fornendo agli uffici del dipartimento nazionale della Protezione civile la documentazione necessaria per ottenere il finanziamento degli interventi. Abbiamo ottenuto un’ordinanza con cui ci hanno stanziato le somme per i danni dagli incendi ma quelli per le alluvioni, che serviranno a ripristinare la viabilità e consentire l’accesso in riserva ai numerosi visitatori ma, soprattutto, agli imprenditori agricoli e turistici di tornare a lavorare, rimangono, purtroppo, sulla carta».
Il sindaco del piccolo comune degli Iblei va ancora più a fondo: «Siamo rammaricati per i disagi che le aziende agrituristiche del territorio stanno subendo ma per potere procedere con il conferimento dell’incarico di progettazione, serve che la Protezione civile adotti un’ordinanza di nomina dell’ente attuatore». Per questo tipo d’intervento è stata ipotizzata una somma di circa 300mila euro.
L’azienda irraggiungibile
Ricordiamo che, tra le più danneggiate, è l’azienda agrituristica “Val D’Anapo”, con sede a Palazzolo Acreide, proprietaria, sin dal 1953, del fondo agricolo di contrada Savary nel Sortinese. Il fondo in questione si trova all’interno della riserva naturale orientata “Pantalica, Valle dell’Anapo e Torrente Cava Grande”, dove ha sempre svolto la propria attività nel settore dell’agriturismo, avviata ancor prima dell’istituzione della riserva. Le attività svolte consistono principalmente nella coltivazione di un agrumeto e nella conduzione di un B&B. Di recente, l’azienda ha trasformato le proprie tecniche colturali diventando biologica. Dopo avere ottenuto il parere favorevole del Comune di Sortino e, nel 2021, il nulla osta dall’ente gestore, ha avviato la ristrutturazione degli immobili già esistenti, adibiti ad attività ricettiva, per dotarli degli standard qualitativi richiesti dal mercato.
L’attività di ricezione alberghiera viene svolta sotto il nome “Il Giardino di Pantalica” e attualmente sono in corso i lavori che dovrebbero concludersi entro i prossimi mesi per consentire l’avvio dell’attività ricettiva entro il mese di giugno ma che, a causa della chiusura degli unici due varchi di accesso, è a forte rischio.
L’ultimo varco
L’accesso alla proprietà è stato da sempre possibile attraverso i due varchi alla riserva di Pantalica, uno a ovest (lato Cassaro), l’altro a est (lato Sortino). A causa dello smottamento di un tratto del terrapieno, causato dalle precipitazioni piovose del 18 e 19 ottobre 2018, il responsabile del Dipartimento Regionale dello sviluppo Rurale Territoriale ha disposto l’interdizione al transito dell’ex strada ferrata Siracusa–Ragusa-Vizzini e quindi, la chiusura del varco lato Cassaro. Nonostante il lunghissimo tempo trascorso (oltre 4 anni) l’Ente gestore non ha provveduto alla sistemazione dei guasti che determinarono la chiusura del tratto di strada in questione.
Per accedere, quindi, alla propria azienda, la Val D’Anapo si è trovata costretta a utilizzare esclusivamente il varco est. Ad aggravare la situazione, però, ci ha pensato un provvedimento del 23 dicembre, con cui l’ente gestore della riserva, a causa delle criticità del ponte sull’ex strada ferrata, ha disposto la chiusura anche dell’unico varco per accedere all’agriturismo bloccando la fruizione dell’intera riserva naturale di Pantalica.
Dietro la sollecitazione delle amministrazioni dei comuni interessati, a gennaio è stato eseguito un sopralluogo da parte dei tecnici e dei funzionari del dipartimento nazionale di protezione civile. Da allora, però, poco o nulla si è mosso e il problema rimane irrisolto.