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Prestava soldi ad usura con interessi del 100%: arrestato

L'indagine è iniziata nel 2021 dopo che un giocatore d’azzardo, che aveva accumulato debiti, ha presentato una denuncia.

Di Redazione |

I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Palermo hanno eseguito una misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal gip di Palermo su richiesta della procura, nei confronti di Giuseppe Cascino, un 39enne, residente a Palermo, accusato di usura aggravata dall’ aver approfittato dello stato di bisogno della vittima. L’indagine è iniziata nel 2021 dopo che un giovane giocatore d’azzardo che aveva accumulato debiti ha presentato una denuncia.

A settembre del 2019, a causa di debiti di gioco, la vittima sarebbe rivolta all’indagato, che conosceva solo di vista ma che sapeva avesse le «conoscenze giuste», chiedendogli inizialmente un prestito di 800 euro con un tasso del 100% da restituire entro 30 giorni. In poco tempo le richieste di prestiti sono aumentate. A fronte di 6.000 euro avuti la vittima avrebbe dovuto restituirne 13.700. Il giocatore si è allora rivolto ai carabinieri perché non era più in grado di onorare i debiti contratti sempre con tassi elevati e perché avrebbe subito minacce sempre più violente se non avesse rispettato i patti. Le indagini sono state svolte anche attraverso il monitoraggio dei «profili social» utilizzati dal finanziatore che comunicava in questo modo con la vittima. Questo ha permesso di riscontrare le dichiarazioni rese dal debitore.

La vittima si era indebitata frequentando i centri scommessa nella zona di via delle Alpi a Palermo. Alla fine è stato lo stesso giocatore a presentare denuncia contro Cascino che in poco tempo avrebbe imposto, come emerge dall’ordinanza cautelare, tassi del 100% nei confronti della vittima, che aveva un forte disagio psicologico. Lo stesso Cascino intercettato aveva paura di essere stato denunciato. Per questo motivo ha chiesto alla vittima di non utilizzare più il telefono per le conversazioni ma solo i social e di incontrarsi per lo più tra i bar e i panifici nella zona di via Volturno e via Carini, a due passi dal tribunale di Palermo.

Nel corso degli incontri Cascino ribadiva alla vittima di stare sopportando un sacrificio economico per aiutarlo e gli ricordava che il denaro prestato non era suo ma frutto di una mediazione con altre persone. Nel corso delle discussioni gli ripeteva di non fare parola con nessuno del loro rapporto, specialmente con le forze dell’ordine. «Perché non è solo per te, lo sai che facevo io – diceva Cascino intercettato dai carabinieri – venivi tu e io andavo da quello, veniva quello e io andavo da quello. Cioè se la prossima volta si presentano i carabinieri, ‘senta ma leì… Tu così rispondi: “è amico mio”. Pure questo discorso dei soldi. Non glielo devi dire che io ti ho prestato soldi». L’indagato per ricevere il denaro contattava gli amici della vittima. «Cascino nel corso di un colloquio – diceva uno degli amici – ha riferito di avere informato tutta la famiglia che se gli fosse successo qualcosa o se fosse stato arrestato, ci sarebbe state ripercussioni per il giocatore a cui aveva prestato i soldi e per tutta la sua famiglia». Parole che avevano impaurito la vittima.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA