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Gli imputati

Processo a Messina per disastro ambientale: 16 a giudizio, c’è anche il capo della protezione civile regionale

L’inchiesta è legata alla gestione opaca della discarica di Mazzarrà Sant’Andrea nel Messinese

Di Laura Distefano |

C’è anche l’attuale capo della protezione civile regionale Salvo Cocina tra i 16 imputati rinviati a giudizio per disastro ambientale. L’inchiesta è legata alla gestione opaca della discarica di Mazzarrà Sant’Andrea nel Messinese. Era la società partecipata a capitale misto TirrenoAmbiente ad amministrare l’impianto di conferimento dei rifiuti che sorge in contrada Zuppà.

Il gup di Messina, Salvatore Pugliese, ha letto il dispositivo mercoledì sera dopo aver ascoltato le difese e i legali delle parti civili. Sono sedici gli imputati che dovranno presentarsi il 9 luglio prossimo davanti alla Corte d’Assise di Messina. Andranno a processo amministratori pubblici e tecnici che si sono occupati della gestione della discarica ormai dismessa, ma da molti ritenuta una bomba ecologica a pochi chilometri dal suggestivo promontorio del Tindari. E che ha anche attirato gli interessi mafiosi dei clan della zona: Mazzarà è la cittadina d’origine del boss Tindaro Calabrese.

Gli imputati che sono stati rinviati a giudizio sono: Giuseppe Antonioli, Maurizio Bonasera, Roberto Campagna, Francesco Cannone, Salvatore Cocina, Maurizio Costa, Antonio Crisafulli, Antonia De Domenico, Calogero Foti, Sebastiano Giambò, Dario Grussu, Francesco Lo Cascio, Carmelo Navarra, Carmelo Pietrafitta, Alfio Raineri e Roberto Ravidà. Alla fine il giudice ha prosciolto i componenti della commissione liquidatrice di TirrenaAmbiente, l’ingegnere Pierluigi Biffo, difeso dall’avvocato Vito Pirrone, l’ex europarlamentare Sonia Alfano, difesa dall’avvocato Fabio Repici, l’avvocato Francesco Cucinotta, difeso da Gabriele Cucinotta.

La procura, con la pm Francesca Bonazzinga, aveva chiesto il rinvio a giudizio per tutti gli imputati. «La società versava in condizioni economiche disastrose – commenta Pirrone – e il mio assistito, l’ingegnere Biffo, si era attivato presso gli enti preposti per intervenire per la messa in sicurezza della discarica e il salvataggio dell’azienda».Nell’udienza preliminare si sono costituiti parte civile Legambiente, WWF, Regione Siciliana, Codacons, i comuni di Mazzarà Sant’Andrea e Furnari, oltre diversi cittadini privati che abitano nella zona dove sorge la discarica inattiva.L’inchiesta è stata condotta dalla Dda di Messina: titolare del fascicolo era la pm Rosanna Casabona, oggi procuratrice di Caltagirone.

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