Processo Camaleonte, le motivazioni della Cassazione sull'annullamento dell'assoluzione di Massimiliano Salvo “u carruzzeri”
. Nelle 37 pagine della sentenza la Suprema Corte ha fornito le linee guida ai giudici del rinvio per colmare i vizi motivazionali che sono stati rilevati nel verdetto d’appello
Sono state depositate le motivazioni della Cassazione che rappresentano l’epilogo giudiziario (anche se non per tutti gli imputati) dell’inchiesta Camaleonte che nel 2020 ha colpito le tre galassie del clan Cappello.
Gli ermellini hanno accolto il ricorso della pg Iole Boscarino che ha impugnato l’assoluzione nei confronti del boss Massimiliano Salvo “u carruzzeri”, figlio dell’ergastolano Pippo, emessa dalla Corte d’Appello. La Cassazione ha annullato con rinvio. Nelle 37 pagine della sentenza la Suprema Corte ha fornito le linee guida ai giudici del rinvio per colmare i vizi motivazionali che sono stati rilevati nel verdetto d’appello. Per il collegio di secondo grado, infatti, Salvo non avrebbe potuto in alcun modo mettere becco negli affari del clan dopo l’arresto nel blitz Penelope nel 2017. Ma secondo la Cassazione non sono state messe sul tavolo alcune intercettazioni e le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia.
Gli ermellini scrivono: «Il legame causale e temporale che intercorre tra i colloqui in carcere, tra Massimiliano Salvo “u carruzzeri” e la coniuge, e gli immediati contatti tra la moglie e gli uomini di fiducia di Salvo, gli incontri (alcuni di lunga durata) fra la compagna del boss e gli appartenenti al gruppo criminale e l'utilizzo dell'abitazione dei fratelli Fabio e Luca Santoro per effettuare in modo sicuro e protetto gli incontri conseguenti ai colloqui in carcere, sono stati ritenuti dal primo giudice in modo del tutto logico e aderente alle risultanze probatorie indicative della natura e finalità di dette frequentazioni, fatti che sono stati trascurati dal giudice di appello».
I gemelli Santoro sarebbero la voce di Salvo all’esterno. I giudici d’appello dovranno capire se questo è provato. La Cassazione evidenzia come «dalle captazioni» Salvo abbia «espressamente qualificato i gemelli Santoro quali figli» facendo recapitare loro «non soltanto affettuosi saluti ma anche indicazioni a tal punto riservati da richiedere contatti diretti e prolungati in luoghi sicuri».
La Cassazione non ritiene sufficiente «l'archiviazione della moglie» per motivare l’assoluzione. E inoltre il collegio di secondo grado sarebbe incorso in un altro «vizio di motivazione sotto il profilo del travisamento» per l’omissione delle dichiarazioni di «Salvatore Castorina che indica Massimiliano Salvo «leader indiscusso benchè dovesse riconoscere la posizione di supremazia assunta da Salvuccio “u ciuraru” Lombardo». Quest’ultimo cugino di Turi Cappello.