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Processo Thor, diventano definitive 6 condanne per killer e mandanti della guerra di mafia nella Catania Anni '90

La Cassazione ha rigettato i ricorsi degli imputati che avevano impugnato la sentenza d'appello

Laura Distefano

09 Dicembre 2024, 15:51

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Sentenza irrevocabile. Si è chiuso l'ultimo epilogo del processo abbreviato “Thor” nato dall'inchiesta che permise di far luce su decine di omicidi commessi dal 1989 al 2007 nella provincia etnea. L'indagine del Ros prese il via dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Francesco Squillaci, detto Martiddina, che dopo anni e anni di galera ha deciso di fare il salto del fosso. Un uomo d'onore, figlio di Pippo Squillaci di Piano Tavola (frazione di Belpasso), che aveva vissuto il periodo delle guerre di mafia e della mattanza, quando a Catania si contavano 100 morti ammazzati all'anno.

Solo sei imputati sono arrivati allo scoglio della Cassazione. Sono coloro che hanno impugnato la sentenza della Corte d'Appello di Catania dello scorso febbraio. La Suprema Corte ha ritenuto inammissibili metà ricorsi e ha rigettato il resto. Di fatto significa che sono state confermate le pene comminate in secondo grado: Aldo Ercolano (figlio del defunto boss Pippo, classe 1960) ergastolo, Enrico Caruso 30 anni, Giovanni Cavallaro 30 anni, Orazio Benedetto Cocimano 30 anni, Aurelio “Lello” Quattroluni ergastolo con isolamento di 1 anno e 9 mesi, Giuseppe Raffa (collaboratore) 6 anni,

Vediamo quali sono gli omicidi contestati ai sei killer e mandanti. Dobbiamo andare indietro nel tempo fino a 35 anni fa, quando si uccideva per vendicare uno sgarro o per dare una lezione anche a innocenti. Persone fuori dalle dinamiche criminali.

Quattroluni condannato per gli omicidi di Roberto Pistone, avvenuto l'8 maggio 1992, Sebastiano Villa, freddato il 12 febbraio 1992, di Luigi Abate, eliminato il 2 gennaio 1992. Aldo Ercolano – già condannato per diversi omicidi tra cui quello del giornalista Pippo Fava – è ritenuto colpevole del delitto per strangolamento di Antonio Furnò, che si è consumato a Valcorrente il 13 settembre 1990, dell'assassinio di  Domenico La Rosa del 24 settembre 1992 e di quello di Maurizio Colombrita del 28 gennaio 1991. Ercolano assieme a Enrico Caruso è stato accusato dell'uccisione di Nicola Cirincione a Camporotondo Etneo il 4 ottobre 1990, Giovanni Cavallaro risponde dell'omicidio di Agatino Zammataro il 20 novembre 1996. Benedetto Cocimano invece del delitto dell'Etna Bar di Vito Bonanno commesso il 19 ottobre 1995
Il collaboratore di giustizia Giuseppe Raffa condannato per il delitto di Pietro Grasso, avvenuto a Piano Tavola il 22 luglio 1989 e di Filippo Fiorito dell'11 agosto 1989.

La Cassazione ha accolto invece l'istanza della difesa di Aldo Ercolano sulla condanna alle spese legali per i familiari delle vittime. «Nessun penalista che si rispetti può gioire di una conferma d'ergastolo anche se a tutela di persona offesa ma quel che trovo davvero singolare è che l'unica doglianza accolta su centinaia di pagine dei ricorrenti, sia stata quella lamentata in poche righe dal difensore romano di Ercolano sulle spese (negate alle controparti dato che impugnata solo la pena). Giusto per sminuire sempre più il ruolo della difesa di parte civile che se osannato dalla stampa si rivela minimale nel processo», commenta l'avvocato Eleonora Baratta che ha assistito tre delle parti civili nel lungo procedimento penale. Condanne delle spese legali confermate per le altre parti civili.