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Pulvirenti, dopo lo sfogo i processi: dai “Treni del gol” al crac Wind Jet passando per la bancarotta di Fortè, si torna in aula

Domani un'udienza del dibattimento che riguarda le presunte combine calcistiche

Laura Distefano

18 Marzo 2024, 15:00

pulvi

La giustizia lumaca non fa bene a nessuna delle parti. Né all'accusa né alla difesa. Dai radar della cronaca giudiziaria sono spariti i processi riguardanti l'imprenditore Nino Pulvirenti. Per tutti il «presidente». L’uomo che portò il Catania in serie A, che fece “volare” i siciliani a prezzi concorrenziali. E che nel giro di pochi anni vede sgretolarsi un piccolo impero aziendale a colpi di inchieste giudiziarie, come lui stesso ha raccontato in una recente intervista in cui si è sfogato.

Da dove partiamo? Dall'ultimo rinvio a giudizio. Quello che riguarda la sua “prima creatura” nel settore della grande distribuzione. Gli hard discount Fortè, gestiti dalla società Meridi poi fallita. Una serie di perquisizioni della guardia di finanza nel 2020 fecero scoprire l’inchiesta per bancarotta fraudolenta. Nel 2022 i pm Fabio Regolo e Alessandra Tasciotti chiesero il processo per Pulvirenti e gli altri 7 manager. La prossima udienza è fissata per il 23 aprile davanti alla I sezione penale del Tribunale . Al centro del teorema accusatorio, come si legge nelle carte processuali messe sul tavolo dall’accusa diverse “operazioni” finanziarie e contabili che avrebbero trasformato Meridi in una sorta ‘di cassa’ del gruppo. Quando si parla di gruppo, si parla di Finaria. Da Meridi – nonostante i diversi crediti che vantava – sarebbero stati “spostati” quasi 15 milioni di euro «senza alcuna giustificazione» a Finaria. La difesa è convinta di poter dimostrare invece la correttezza di ogni operazione contabile. Per conoscere la verità processuale, anche di primo grado, guardando agli altri processi che vedono protagonista il presidente Pulvirenti si dovrà attendere ancora qualche anno.

Gli altri due processi sono quello relativo alla bancarotta della compagnia Windjet e quello sulle partite truccate dell’inchiesta Treni del Gol (che portò la società rossoazzurra davanti la magistratura sportiva). Quest’ultima indagine, condotta dalla polizia e coordinata dal pm Alessandro Sorrentino, scattò nel 2015. L’anno dopo, nel 2016, furono eseguite le misure cautelari dell’operazione Icaro, condotta dalla finanza e coordinata dai pm Sorrentino e Tasciotti, per il crac della compagnia low cost.

Fase embrionale

A distanza di quasi dieci anni, i processi sono ancora alla fase embrionale del dibattito: sono stati sentiti i primi testi del pm. Qualcuno ironicamente in Tribunale ha commentato: «Direi che i treni sono in netto ritardo e che Windjet non è mai decollata». Domani è in programma un’udienza per “Treni del Gol”. Appena dopo Pasqua, il 2 aprile, invece si va alla prima penale per il processo Windjet.
Pulvirenti, che sabato è stato ospite del programma Il Punto di Telecolor, si è detto sicuro di poter dimostrare la sua correttezza in tutti i processi.

Su fermo dei voli nell’agosto 2012, l’imprenditore ha spiegato: «Ho fatto un accordo con una società (Alitalia, ndr) che stava fallendo. La colpa è stata mia. Attorno a me c'erano i capitani coraggiosi, come li chiamava Berlusconi e dall’altra parte c'ero io: un confronto impari».

«Ho i meriti di tutto - ha aggiunto - e la colpa di tutto. Chi ha portato il Catania in serie A sono stato io. Chi ha creato la Wind Jet sono stato io. Sul Calcio Catania - ha proseguito - sono stato truffato. Se devo essere accusato di qualcosa rispondo al reato di 'coglionaggine’». Domani intanto i suoi avvocati lo difenderanno in aula.