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Realmonte, stop al resort sulla costa: permessi illeciti, indagati funzionari pubblici

Di Redazione |

AGRIGENTO – I carabinieri di Realmonte (Agrigento) e quelli della sezione di Pg del tribunale di Agrigento hanno sequestrato, eseguendo un provvedimento preventivo del gip di Agrigento Luisa Turco, un terreno in località Torre di Monterosso, a Realmonte, per presunte violazioni paesaggistiche. «Si tratta di un’area di circa 15 ettari e 2 manufatti, allo stato grezzo, ricadenti in località Fondo Pergole – Torre di Monterosso, di proprietà della società Agriper srl», rende noto il comando provinciale dell’Arma. Otto le persone – fra cui un funzionario del Comune di Realmonte e due dei Beni culturali di Agrigento – iscritte nel registro degli indagati.

I funzionari avrebbero «rilasciato le autorizzazioni edilizie e paesaggistiche in contrasto con il vincolo di inedificabilità assoluta».

In un primo momento si era diffusa la notizia che fra gli indagati ci fosse anche Giuseppe Catanzaro, presidente autosospeso di Sicindustria. La Agriper srl fa capo al gruppo Catanzaro, ma il capo autosospeso degli industriali siciliani non risulterebbe al momento tra gli indagati.

I reati contestati vanno dall’abusivismo edilizio in zona vincolata, alla lottizzazione abusiva di terreni a scopo edificatorio, alla distruzione ed alterazione di bellezze naturali e di luoghi di particolare pregio storico paesaggistico. I terreni si trovano a pochissima distanza dalla famosa Scala dei Turchi, meta ogni anno di migliaia di turisti attirati dalla marna bianca a strapionbo sul mare.

Il sequestro preventivo arriva a conclusione di un’indagine coordinata dal sostituto procuratore Antonella Pandolfi, scattata dopo un esposto presentato da Legambiente nel 2013. 

L’iniziativa della società Agriper, che come detto fa capo al gruppo Catanzaro, fa parte di un progetto da oltre cinque milioni di euro, realizzato dall’arch. Alessandro Carlino, di origini favaresi ma che da trent’anni vive e lavora a Firenze dove insegna anche all’università, il quale è abbastanza noto ad Agrigento per avere curato anche il restauro del tempio della Concordia.

Il progetto prevedeva la realizzazione di un museo del paesaggio costiero, di un parco naturalistico e una struttura ricettiva nelle adiacenze della antica torre di avvistamento nella zona delle Pergole. Ma la società Agriper pare non avesse fatto i conti con i vincoli di inedificabilità di tutta la zona.

Nel 2005 fece scalpore anche la messa in vendita di questo pezzo di terra, uno degli scorci più belli della costa agrigentina, chiamata appunto la zona delle Pergole e considerato uno dei più suggestivi tratti di litorale con una caratteristica vegetazione a gariga e a macchia con palme nane, il falco pellegrino che vi si riproduce regolarmente. Insomma un tratto ancora non aggredito dal cemento ma che sta per arrivare inesorabile. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA