«Recupereremo il barcone della strage»
«Recupereremo il barcone della strage» Il premier Renzi mette fine alle polemiche
Il procuratore di Catania era stato criticato per il suo “no”
ROMA – «Noi andremo a riprendere quel barcone, quello affondato con la strage di un mese fa, e lo tireremo su. Voglio che tutto il mondo veda quello che è successo. È inaccettabile che qualcuno continui a dire occhio non vede cuore non duole». Il premieri Matteo Renzi – intervistato da Vespa a “Porta a Porta” – mette fine alle polemiche di questi giorni sul recupero del relitto con centinaia di morti che giace sui fondali del Canale di Sicilia. «Lì ci sono 500-600 cadaveri. Abbiamo mandato un robot della Marina che ha fatto vedere scene raccapriccianti. Noi andremo in fondo al mare a recuperare quel barcone. Costerà 15-20 milioni che spero paghi l’Ue, altrimenti li paga l’Italia. È giusto che tutto il mondo veda quello che è successo». Al centro delle polemiche era finito soprattutto il procuratore capo di Catania, Giovanni Salvi che aveva solo parlato delle difficoltà tecniche ed economiche del recupero del relitto. Conto le sue parole si era scagliato principalmente il Centro Astalli: «Negare una degna sepoltura è contro ogni principio di umanità. Passeremo alla storia come una civiltà barbara che per motivi economici non seppellisce i morti» aveva detto in una nota padre Camillo Ripamonti, presidente del servizio dei gesuiti per i rifugiati. Don Ripamonti aveva anche citato le parole del premier Matteo Renzi sul naufragio del 19 aprile: «”Faremo di tutto per recuperare il relitto ma anche per recuperare le salme di quelle persone che sono morte inseguendo la libertà”: parole smentite – secondo il prelato – dal procuratore di Catania Giovanni Salvi che ha dichiarato “Resteranno in fondo al Mediterraneo. Quei corpi non servono alle indagini”. Le 800 vittime, mai si saprà con certezza il numero esatto, resteranno in mare: non è possibile affrontare costi dell’operazione di recupero» continuava il testo che poi concludeva: «Per l’ennesima volta principi basilari di civiltà e umanità sembrano passare in secondo piano davanti a presunte motivazioni economiche. Non c’è fine all’orrore». Al Procuratore Salvi sono arrivate tanti attestati di solidarietà dopo la presa di posizione del Centro Astalli e lo stesso Salvi si è visto costretto a chiarire che «non è possibile disporre il recupero delle vittime nell’ambito del procedimento» perché la Procura «fascelte strettamente procedimentali». E sottolineando che «la ricerca delle persone scomparse è di competenza della Presidenza del Consiglio». Presidenza del consiglio che ora si è presa la sua responabilità»