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Rientro a scuola, come cambia la strategia della Sicilia dopo il rinvio

Di Mario Barresi |

CATANIA – La Sicilia non era fra le Regioni sulle barricate per rinviare l’inizio delle lezioni in presenza nelle scuole superiori. Ma <a href="https://www.lasicilia.it/” style=”color: #ff0000;”>il rinvio all’11 gennaio deciso dal Consiglio dei ministri è tutt’altro che sgradito e sarebbe stato ancora più ben accetto se lo slittamento fosse arrivato al 18 gennaio, data in cui entrerà a regime il piano che la giunta di Nello Musumeci ha definito nell’ultima seduta del 2020.

L’assessore siciliano alla Salute Ruggero Razza era per una «linea prudente» e auspicava un rinvio di 7-10 giorni. Non tanto «per motivi ideologici», aveva spiegato Razza, quanto per «oggettive ragioni di opportunità», visto che «i nostri ragazzi, lontani dalle scuole da tempo, devono poter riprendere in assoluta sicurezza».

Prima che il tema diventasse oggetto di scontro fra Giuseppe Conte,  (che ha provato a difendere la linea della ministra siciliana Lucia Azzolina per riprendere senza ulteriori rinvii), la sua stessa maggioranza e i governatori, la giunta regionale aveva deliberato il via libera a quello che Roberto Lagalla definisce «un eccellente lavoro di squadra». Ovvero il calendario della ripartenza nelle scuole superiori siciliane, basato su un piano condiviso da tre assessorati (oltre all’Istruzione, anche la Salute e le Infrastrutture), con Prefetture e Ufficio scolastico regionale.

La riapertura prevista l’8 gennaio è slittata anche in Sicilia all’11 ed è legata al 50% di attività dal vivo, con pari ore di didattica a distanza. Un equilibrio che durerà di fatto per una settimana, fino al 16 gennaio. Perché «dal 18 entrerà a regime la quota di un tendenziale 75% di didattica in classe», legata ai «nove piani operativi, concertati con i prefetti, per il potenziamento del trasporto urbano». E qui entra in campo l’assessore Marco Falcone, che, con un complicato aggiornamento dei contratti di servizio con le aziende affidato al dirigente Fulvio Bellomo, «garantirà la possibilità di incrementare l’offerta di corse e mezzi», assicura Lagalla, al punto di superare di fatto «il limite del 50 per cento di capienza massima nei trasporti urbani».

A questo punto, ma non prima della penultima settimana di gennaio, la Regione si dichiara pronta a far scendere la quota di Dad al 25%. Ma attenzione. Nell’atto approvato in giunta, l’assessore all’Istruzione precisa che le scadenze del piano sono da ritenersi valide «salvo peggioramenti della curva epidemiologica o diverse normazioni nazionali». La prima condizione potrebbe diventare il presupposto per la seconda.

Lagalla sembra più ben disposto alla linea aperturista: «Nelle scuole siciliane il contagio è sotto controllo», assicura l’assessore. Sbandierando i dati dell’ultimo monitoraggio su scuole dell’infanzia, elementari e medie: «La percentuale di alunni positivi decresce a ogni controllo quindicinale. Partendo da uno 0,60 per cento, oggi siamo in una forbice fra lo 0,35 e lo 0,45». Per Lagalla «gli alunni positivi, in Sicilia, non sono in condizione di condizionare cluster scolastici».

Eppure l’assessore all’Istruzione, sulle superiori, va cauto: la priorità, per ora, è «se e quanto potremo reggere il 75% di lezioni in presenza, la punta massima a cui si potrà arrivare senza sfidare la sorte».

E dunque la linea prudente di Razza e il moderato ottimismo di Lagallao hann intanto trovato trovare un punto di caduta nel mini rinvio deciso a livello nazionale . Tanto più che, come ricorda l’assessore alla Salute, «il governo Musumeci è l’unico in Italia ad avere istituito le Usca scolastiche», che, a lezioni ricominciate, possono «avviare una campagna di monitoraggio» nelle superiori «con lo stesso modello fissato dal nostro Cts regionale e attuato per il personale e gli alunni più piccoli delle scuole siciliane».

E frattanto nel pomeriggio di oggi si apprende che è stata convocata per domani la riunione del Comitato tecnico scientifico regionale per discutere della riapertura delle scuole e valutare ogni iniziativa utile anche in vista della scadenza dei provvedimenti restrittivi contenuti nell’ordinanza del presidente della Regione Nello Musumeci in vigore fino al 7 gennaio prossimo. Alla riunione con gli esperti prenderanno parte gli assessori regionali Roberto Lagalla e Ruggero Razza, rispettivamente alla Istruzione e alla Salute.

Twitter: @MarioBarresi

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