Riesumata la salma di Lele Scieri, il parà siracusano morto 20 anni fa

Di Redazione / 14 Maggio 2019

SIRACUSA – Riesumato il cadavere di Emanuele Scieri, il venticinquenne siracusano trovato morto nell’agosto del 1999 nella caserma Gamerra di Pisa. La Procura toscana, nel 2017, ha riaperto un’inchiesta sul decesso avvenuto in circostanze misteriose e ha indagato per concorso in omicidio tre ex commilitoni, Alessandro Panella, 39 anni, di Cerveteri (Roma), fermato qualche mese fa poco prima che fuggisse negli Stati Uniti, un militare dell’Esercito, di Rimini, e un altro ex parà, anche lui romano.

Il terzetto è  ritenuto dalla Procura come un gruppo di “nonni” che agiva in modo piuttosto violento con le reclute e, nel caso specifico, come autore dell’aggressione che ha poi cagionato la morte del giovane allievo paracadutista di Siracusa la notte tra il 13 e il 14 agosto 1999 nella caserma Gamerra di Pisa. Scieri vi era arrivato da poche ore dopo il Car a Firenze.

La Procura nei giorni scorsi aveva disposto la riesumazione delle spoglie, che si trovavano nel cimitero di Noto, nel Siracusano, e saranno trasferite all’Istituto di medicina legale di Milano dove si procederà alla consulenza richiesta dai magistrati.

Gli inquirenti, mesi fa, decisero di riaprire il caso dopo i nuovi elementi scoperti dalla Commissione parlamentare d’inchiesta presieduta da Sofia Amoddio, che ricostruendo le ultime ore di vita di Scieri fecero emergere incongruenze e responsabilità.

Ora la ricostruzione della procura di Pisa stabilisce che Scieri fu “aggredito e percosso” con violenza mentre si trovava ai piedi della torre di prosciugamento dei paracadute, in un’area della caserma sostanzialmente dismessa e dove si verificavano frequenti episodi di spaccio e consumo di droghe leggere. «Un’ipotesi suffragata – ha precisato qualche mese addietro il procuratore Alessandro Crini – da decine di testimonianze raccolte non solo da noi, ma anche dai commissari del Parlamento che hanno fatto un lavoro puntiglioso che noi abbiamo attualizzato qualificando e circostanziando il reato sotto il profilo penale». «

«Abbiamo ritenuto – prosegue – di accertare la permanenza in vita di Scieri e siamo arrivati alla conclusione che ci fosse il tempo per soccorrere Emanuele e per questo contestiamo l’omicidio volontario proprio perché il giovane è stato lasciato
agonizzante a terra. Questa dinamica non è una nostra congettura ma è ricavata dai vecchi accertamenti attualizzata con quelli
peritali effettuati dalla commissione parlamentare».

Ora i nuovi esami che saranno eseguiti sulla salma riesumata potrebbero dare una conferma scientifica all’iptesi accusatoria.

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