Rifiuti, le discariche della Sicilia al collasso
Rifiuti, le discariche della Sicilia al collasso La Regione alla ricerca di una “exit strategy”
Oggi Crocetta proroga gli Ato, ma è solo una misura–tampone
PALERMO – Il presidente della Regione dovrebbe emanare oggi un’ordinanza, l’ultima, per prorogare fino al 14 luglio l’operatività degli Ato in liquidazione. Si tratterebbe dell’ennesimo provvedimento “tampone” per scongiurare la paralisi del sistema regionale dei rifiuti, che di fatto però verrebbe rinviata di due settimane. Dopodiché ci sarà lo stop ad ulteriori proroghe, dato che si arriverebbe al limite massimo di 21 mesi. Se la Regione dunque non dovesse trovare una “exit strategy”, la Sicilia rischierebbe di rimanere stritolata nella morsa dell’emergenza immondizia. Anche perché, alla mancata svolta sul fronte della gestione (le Srr sono ancora al palo) si sommano le croniche carenze dell’impiantistica. Situazione discariche Con la chiusura della discarica di Gela – disposta ieri dal del dipartimento Acque e rifiuti, a seguito delle risultanze di analisi effettuate dall’Arpa di Caltanissetta – gli impianti attivi sul territorio regionale sono rimasti otto. Ovvero Palermo, Catania, Trapani, Misterbianco, Siculiana, Lentini, Castellana Sicula, Augusta. La maggior parte dei quali con una capienza limitata. Altri cinque impianti, saturi o sequestrati dalla magistratura, hanno già i cancelli sbarrati. La Regione punta sulla realizzazione di quattro nuove piattaforme pubbliche (Gela, Enna, Messina e Palermo), ma i tempi necessari per portare a termine le gare d’appalto ed arrivare alla consegna dei nuovi impianti sono lunghi. Il presente fa rima con emergenza. Una situazione critica, che ha costretto il governatore Crocetta a varare lo scorso 17 giugno un’altra ordinanza per l’autorizzazione in deroga al conferimento dei rifiuti fino al prossimo 7 luglio. A smaltire la gran parte delle 6mila tonnellate d’immondizia prodotte ogni giorno nell’Isola, sono ancora le discariche di Siculiana (gestita dalla Catanzaro Costruzioni spa) e di Lentini (della Sicula Trasporti spa). A breve, si pensa fra una settimana, l’impianto pubblico di Bellolampo potrebbe riaprire le porte ai Comuni del Palermitano, dirottati attualmente a Siculiana. Enormi ritardi E che dire dei centri di compostaggio, che consentirebbero di trattare a parte l’umido (circa il 50% dell’immondizia prodotta): su un totale di 18, ce ne sono nove che pur essendo stati finanziati non sono mai stati attivati. Risultato? La raccolta differenziata è ancora bloccata al 13%. Basta fare una semplice sottrazione per accorgersi che l’87% dei rifiuti non ha altra destinazione che la discarica. Incrementare di colpo i livelli di differenziata è impresa ardua. Il professore Aurelio Angelini, docente di sociologia dell’ambiente all’Università di Palermo, ha calcolato un tasso annuo medio di crescita della differenziata pari allo 0,7%. Il che significa che a questi ritmi in Sicilia si raggiungerebbe l’obiettivo di legge del 65% di raccolta differenziata tra circa 100 anni. La governance La questione rifiuti, come dicevamo, non riguarda solo l’impiantistica, ma anche la governance. La Regione naviga a vista dopo che, riferiscono fonti sindacali, il ministero dell’Ambiente ha respinto la richiesta di proroga di altri 6 mesi degli Ato, avvalendosi dell’articolo 191 del decreto legislativo 152 del 2006. «La proroga – spiega Dionisio Giordano, segretario regionale Fit–Cisl Ambiente – sarebbe possibile solo se il governo controfirmasse questa richiesta. L’esecutivo però si sarebbe rifiutato. Domani (oggi, ndr) è attesa questa nuova ordinanza del presidente Crocetta per altri 14 giorni. Poi non ci sarà più spazio per ulteriori proroghe, dato che si va ormai avanti dall’1 ottobre 2013». La trattativa col governo nazionale aveva indotto i sindacati a sospendere lo stato di agitazione. «Le cattive notizie che giungono da Roma – aggiunge Giordano – ci inducono come Cisl a riavviare la protesta. La Regione sembra brancolare nel buio: ci spieghi il governo regionale cosa intenda fare a “copertura” del servizio di gestione e raccolta dei rifiuti dopo il 14 luglio. Il nostro auspicio comunque è che in questi pochi giorni si trovi quella soluzione che in cinque anni, ben due governi, non sono riusciti a trovare». Piccoli passi avanti In realtà, qualche piccolo passo avanti lo si è fatto: il dipartimento Acque e rifiuti ha, infatti, approvato cinque dotazioni organiche di altrettante Srr (Società per la regolamentazione dei rifiuti), che adesso aspettano il via libera dalla Giunta. Quello del passaggio dei lavoratori dagli Ato alle Srr è uno dei tanti “nodi” che rallenta la riforma del settore dei rifiuti dopo la legge regionale numero 9 del 2010. In questo scenario, la preoccupazione dei sindacati è che i sindaci facciano ricorso al cosiddetto “fai da te” per la raccolta dell’immondizia: «Il famigerato articolo 191 del testo unico sull’ambiente – conclude Giordano – consente, anche a singoli Comuni, di attivare forme urgenti di aggiudicazione del servizio. Così però andiamo incontro ad un massacro dei lavoratori perché, come già accaduto, ogni sindaco si sceglie la ditta che vuole».