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Le reazioni

Riposto, le mamme dei giovani calciatori “radiati” dopo l’aggressione all’arbitro: «I nostri figli etichettati come mostri»

Il presidente del club: «Sono devastato, anni di lavoro e dedizione compromessi». E medita di molalre

Di Mario Previtera |

«Sono devastato. Anni di lavoro e passione per il calcio oggi compromessi da un episodio deplorevole, ingiustificabile. La violenza è inaccettabile senza se e ma». Le parole amare e cariche di sconforto sono quelle di Pietro Romano, presidente dell’Asd Russo Sebastiano Calcio di Riposto, riguardo i gravi incidenti avvenuti sabato sera allo stadio “Averna” di Torre Archirafi durante una partita del campionato Under 17. Il presidente Romano non nasconde la sua amarezza per quanto accaduto: «La gestione dell’ordine pubblico di una partita Under 17 affidata a un gruppo di genitori si è rivelata un fallimento, alla luce di quello che è accaduto in campo. Purtroppo non ero presente e, probabilmente, ho sottovalutato la partita».

Pur condannando fermamente il comportamento dei suoi giovani atleti, Romano cerca di comprenderne le ragioni: «I ragazzi hanno sbagliato – continua a ripetere come un mantra – nessun dubbio. Giovani calciatori che, purtroppo, vivono un forte disagio, probabilmente anche in famiglia e che trovano sfogo in campo. Noi facciamo il possibile per disciplinarli alle regole dello sport sano. E non è facile».

Il presidente riconosce la gravità degli errori commessi dai suoi giocatori, ma esprime perplessità sulla severità delle sanzioni: «Questi giovani giocatori hanno commesso una serie di gravi errori, tuttavia la punizione che subiranno non è risolutiva. Non contesto il dispositivo, ma prendo atto di un accanimento che non serve». La delusione e lo smarrimento di Pietro Romano sono palpabili: «Tuttavia mi trovo in una fase di profonda delusione mista a smarrimento. Devo capire se continuare o mollare quello che è un hobby, una passione che porto avanti con tanti sacrifici».

Sulla stessa linea la portavoce delle mamme dei giovani calciatori, Antonella Gulisano: «Siamo pienamente consapevoli della gravità e del disvalore di quanto accaduto: a nome di tutti i genitori, porgo le più sincere scuse all’arbitro per la terribile esperienza che ha dovuto subire. Tuttavia siamo molto spaventati per questa situazione. I nostri ragazzi vengono etichettati come mostri, ma in realtà sono profondamente provati e scossi per quello che è successo. Si rendono conto della gravità del loro gesto e ne sono sinceramente pentiti».

L’avv. Claudio Grassi, che assiste alcuni dei giovani calciatori, chiarisce che «l’evento, seppur deplorevole, è stato eccessivamente amplificato dai media e da vari soggetti intervenuti nella vicenda creando un clima di tensione sociale all’interno della comunità di appartenenza, facendo scaturire un sentimento di odio gratuito manifestandolo attraverso messaggi minacciosi e ingiuriosi nei confronti dei protagonisti, che ne stanno subendo un gravissimo nocumento».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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