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Rogo Ecomac di Augusta, allarme benzene: valori oltre i limiti e il prefetto ordina controlli sulle coltivazioni

Dopo l'incendio la nube nera: rilevati dati preoccupanti per due giorni consecutivi

08 Luglio 2025, 13:14

ecomac incendio

ecomac incendio

C’è quel 36,4 (mmg per metro cubo) di benzene, su un limite di 20, registrato a Priolo sabato, il giorno dell’incendio, bissato il giorno dopo con un altro sforamento (26,3) sempre a Priolo. E non è che accada spesso che il benzene sia registrato sopra soglia per due giorni consecutivi. Trattandosi, peraltro, di rete fissa di monitoraggio industriale, che misura, cioè, prettamente inquinanti di quella matrice piuttosto che inquinanti specifici che scaturiscono dagli incendi, il benzene potrebbe considerarsi un tracciante. E rivelare cioè la presenza di altri composti specifici.

Nell’incendio di tre anni fa, sempre a Ecomac e sempre con materiale plastico in fiamme, la stessa Arpa associò le tracce di benzene al “materiale plastico bruciato” e alla sua emissione di “composti organici”. Tracciante, spia, come lo sono gli altri inquinanti rintracciati sopra i limiti in atmosfera, sabato e domenica, dalle centraline fisse dell’area: gli idrocarburi non metanici. Con un exploit di 787 su un limite di 200, in una delle centraline “vecchie”, ossia fuori dal Pdv (Piano di valutazione), quella di Augusta-Megara, ma cui Arpa continua a dare considerazione, visto che le ha citate nella sua relazione.

La relazione, appunto. La prima dell’Arpa dopo l’incendio di sabato mattina nell’impianto di trattamento di rifiuti speciali non pericolosi Ecomac, alle porte di Augusta, è arrivata nella notte tra domenica e lunedì. E sui risultati presenti nelle stazioni fisse dice “risultano in linea con i valori registrati nei giorni precedenti, ossia non influenzate dall’incendio”. Opinabile, come detto del benzene. “Tuttavia – prosegue infatti Arpa – una valutazione più completa si avrà appena saranno disponibili i risultati della determinazione su: diossine, furani e idrocarburi policlinici aromatici”. Che sono gli inquinati specifici degli incendi, per i quali Arpa ha dedicato un monitoraggio con campionatori “ad alto volume” sabato a Melilli e domenica a Villasmundo.

Gli altri campionamenti mobili non hanno registrato alte concentrazioni di composti organici volatili: sono stati prelevati solo a Melilli, Floridia e Solarino.

Il dato principale, comunque, sarà quello delle diossine. Che ci dirà cosa abbiamo respirato. Su quanto sia utile avere queste informazioni un mese dopo l’evento si discuterà (si spera) nei prossimi giorni tra le istituzioni. Come si discuterà di un’emergenza gestita sinora a ordine sparso. Con sindaci più attivi e altri meno. Solo ieri quello di Priolo Pippo Gianni revocava l’ordinanza emessa sabato di “rifugio al chiuso”, preso atto che il vento aveva allentato il fumo sul suo paese.

A Siracusa il sindaco Italia il giorno dell’incendio lasciava ai cittadini la discrezione di “prestare attenzione all’evoluzione delle condizioni atmosferiche” e chiudere le finestre qualora il vento fosse cambiato. Nel frattempo raccomandava di “limitare le attività all’aperto”. Quella sera andava tranquillamente in scena lo spettacolo di Peparini al Teatro greco.

Intanto il prefetto di Siracusa Giovanni Signer ha dato disposizioni all’Asp, all’Arpa e al comando carabinieri del Noe di verificare la presenza di diossina nelle coltivazioni attorno allo stabilimento Ecomac di Augusta. Il prefetto ha seguito sin dalle prime fasi l’evolversi dell’incendio e della nube nera che si è alzata in cielo e si sposta da tre giorni si sposta tra le città di Priolo, Melilli e Augusta. Il personale dell’Asp, dell’Arpa e del Noe effettueranno adesso i prelievi nelle coltivazioni della zona per verificare la presenza di diossina o altri inquinanti.