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Salvini: «Anche Santapaola potrebbe uscire dal carcere, è una vergogna»

Di Redazione |

ROMA – «Una vergogna nazionale: Francesco Bonura, capomafia di Palermo, condannato a 23 anni, rinchiuso con il 41 bis, uomo di Provenzano è uscito perché rischiava di ammalarsi ed è a casa, ai domiciliari con la moglie. Prima di lui Vincenzo Iannazzo, condannato per ndrangheta, ritenuto boss di Lamezia Terme. E potrebbe uscire, tra gli altri, anche Nitto Santapaola. E’ una vergogna». E’ quanto afferma il leader della Lega Matteo Salvini su Facebook. L’ex ministro dell’Interno aggiunge: «È un insulto alle vittime dei caduti della mafia. La pazienza è esaurita. Le tv non daranno queste notizie, ora reagiamo. Io non ci sto. Una vergogna che va fermata dentro e fuori il Parlamento». 

In realtà il Dap (Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria) smentisce la notizia data da Salvini sul suo profilo social. In una nota il Dipartimento afferma che non è stata «diramata alcuna disposizione a proposito dei detenuti appartenenti al circuito di alta sicurezza o, addirittura, sottoposti al regime previsto dall’art. 41bis dell’Ordinamento Penitenziario». Il Dap chiarisce che  «quella inviata il 21 marzo scorso agli istituti penitenziari è una richiesta con la quale, vista l’emergenza sanitaria in corso, si invitava a fornire all’autorità giudiziaria i nomi dei detenuti affetti da determinate patologie e con più di 70 anni di età».

Secondo il Dap si tratta di «un semplice monitoraggio, quindi, con informazioni per i magistrati sul numero di detenuti in determinate condizioni di salute e di età, comprensive delle eventuali relazioni inerenti la pericolosità dei soggetti, che non ha, né mai potrebbe avere, alcun automatismo in termini di scarcerazioni».

«Le valutazioni della magistratura sullo stato di salute di quei detenuti e la loro compatibilità con la detenzione avviene ovviamente in totale autonomia e indipendenza rispetto al lavoro dell’amministrazione penitenziaria», aggiunge il Dipartimento. «Dal ministero, comunque – conclude la nota del Dap – sono stati attivati gli uffici per fare le tutte le opportune verifiche e approfondimenti». 

E’ comunque vero, come anticipato dal settimanale l’Espresso Francesco Bonura, 78 anni, considerato uno dei boss più influenti, e Vincenzino Iannazzo, 65 anni, ritenuto esponente della ‘ndrangheta, sono usciti dal carcere in considerazione del loro stato di salute. Bonura, condannato definitivamente per associazione mafiosa a 23 anni, si trovava al 41bis. Il giudice di sorveglianza del Tribunale di Milano, secondo quanto riporta L’Espresso, ha concesso gli arresti in casa sostenendo i motivi di salute sottolineando «siffatta situazione facoltizza» il magistrato «a provvedere con urgenza al differimento dell’esecuzione pena». Il giudice ha escluso il pericolo di fuga e, concedendo i domiciliari, ha disposto che «non potrà incontrare, senza alcuna ragione, pregiudicati» e inoltre, «lo autorizza» ad uscire da casa, ogni volta che occorrerà «per motivi di salute» anche dei familiari. Il collaboratore di giustizia Tommaso Buscetta, ricorda L’Espresso, definiva Bonura «un mafioso «valoroso» sottolineando che il boss «è stato uno degli imputati del primo maxi processo a Cosa nostra dove è stato condannato e che successivamente si è avvicinato a Bernardo Provenzano».

Nelle scorse settimane, ricorda sempre L’Espresso, è stato posto agli arresti domiciliari dai giudici della corte d’assise di Catanzaro, Vincenzino Iannazzo, 65 anni, ritenuto un boss della ‘ndrangheta. Il suo stato di salute è stato giudicato incompatibile col carcere in considerazione dell’attuale emergenza epidemiologica. Iannazzo, detto «il moretto», è indicato come il capo del clan di Lamezia Terme (a luglio 2018 condannato anche in appello a 14 anni 6 mesi) e adesso torna a casa proprio nel cuore di Lamezia. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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