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Sbarchi a Lampedusa, cittadini protestano davanti al Comune: «Siamo solidali, ma anche stanchi»

L'ha detto Giacomo Sferlazzo del movimento «Pelagie Mediterranee» al sit-in di isolani che va avanti da due giorni davanti al municipio

Di Redazione |

«Chiediamo, prima di tutto, che l’isola venga svuotata e la situazione torni alla “normalità”. Ma anche che la politica nazionale e internazionale consideri canali di ingresso regolari e voli umanitari per eliminare, alla radice, il problema. E se dobbiamo andare alla radice dobbiamo cambiare le politiche estere dei nostri governi che provocano l’emigrazione. E poi chiediamo che venga applicata, anche a Lampedusa, la Costituzione e che i nostri diritti possano essere garantiti perché noi da 30 anni subiamo una violenza continua». L’ha detto Giacomo Sferlazzo del movimento «Pelagie Mediterranee» al sit-in di isolani che va avanti da due giorni davanti al municipio di Lampedusa.

«Ciclicamente siamo in emergenza, con numeri che non consentono in realtà una vera accoglienza, con problematiche si sommano a quelle locali – ha sottolineato Sferlazzo -. Basta, non vogliamo essere complici di questa tratta di persone. Chiediamo ai governi e alla politica di muoversi per risolvere questi drammi, se non lo vogliono fare perché ci sono interessi economici, questa comunità non può portare questo peso perché siamo allo stremo».

«Il problema non sono i migranti, seppur tantissimi, che sbarcano. Lampedusa, isola che è e sarà sempre solidale. Ma quanto avviene è un affare sulla pelle delle persone», ha aggiunto Giacomo Sferlazza che sta preparando uno striscione da appendere nelle vie del centro.«Una grande parte del popolo di Lampedusa sta dimostrando che, nonostante tutto, non stiamo perdendo la nostra umanità. Questo non significa, però, che qui si può fare tutto: siamo stanchi», ha concluso.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA