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Scala dei Turchi, la Regione prova a “salvare” il costone per far tornare i turisti

Di Redazione |

Una perizia idrogeologica, la definizione del progetto e la realizzazione delle opere di regimentazione delle acque in superficie e nel sottosuolo.Sono i prossimi passaggi chiave che il governo Musumeci ha messo in cantiere per assicurare la tutela della Scala dei Turchi, la parete rocciosa lungo la costa di Realmonte, e ottenerne il dissequestro da parte della Procura di Agrigento.

L’assessore regionale al Territorio e ambiente, Toto Cordaro, ha eseguito un sopralluogo insieme al direttore della Struttura commissariale contro il dissesto idrogeologico, Maurizio Croce, al dirigente responsabile della Protezione civile di Agrigento, Maurizio Costa, al presidente della Commissione Ambiente dell’Ars, Giusi Savarino, al sindaco di Realmonte, Santina Lattuca, e al consulente della Procura, Gabriele Freni. Si è convenuto che i lavori saranno realizzati dalla struttura contro il dissesto idrogeologico, guidata dal presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci. 

«Prosegue il nostro impegno  – afferma l’assessore Cordaro – per la tutela e la valorizzazione di questo straordinario tesoro naturalistico siciliano. Nell’ottica di una leale collaborazione istituzionale con il procuratore Luigi Patronaggio, abbiamo stilato un cronoprogramma che ci consentirà di restituire al più presto la Scala dei Turchi alla collettività. Nei prossimi giorni sarà redatta la perizia idrogeologica, passaggio preliminare al progetto e ai lavori di regimentazione delle acque in superficie e nel sottosuolo, che rappresentano la causa principale di erosione». 

Il governo regionale in questi mesi ha già realizzato due interventi di messa in sicurezza del sito, per un importo di quasi un milione di euro. Il primo, attraverso la struttura contro il dissesto idrogeologico, si è concentrato sulla parte a monte. Il secondo, ad opera del dipartimento della Protezione civile, ha predisposto nella parte a valle l’inserimento di barriere per impedire l’ingresso nella zona e l’installazione di un sistema di monitoraggio e di allarme. 

«Alla fine di questo percorso – conclude Cordaro – affronteremo il tema della gestione del bene: si tratterà di trovare una soluzione che, da un lato, impedisca gli atti di vandalismo che si sono ripetuti in questi anni e, dall’altro, assicuri a tutti i siciliani e ai turisti la fruizione dell’area in sicurezza e nella piena tutela dell’ambiente».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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