Scandalo fondi della Regione, ecco i "pizzini" della corruzione trovati a casa dell'event manager
In una carpetta a casa di Alessandro Alessi il dettaglio della spartizione dei soldi
Altro che intercettazioni. Nelle mani della guardia di finanza di Palermo ora ci sono anche dei documenti scottanti che avrebbero permesso agli investigatori di riscontrare quanto già emerso dalle conversazioni captate durante le indagini sui fondi che sarebbero stati pilotati dal presidente dell’Assemblea Regionale Galvagno alla galassia che fa riferimento a Marcella Canniarato, moglie del fondatore di Sicily by Car, Tommaso Dragotto.
Nel faldone depositato dopo l’avviso di conclusione indagini, notificato a Galvagno e agli altri indagati a fine luglio, c’è un’informativa di oltre 1.000 pagine, precisamente 1.065, in cui compaiono alcuni manoscritti che sono stati sequestrati nel corso delle perquisizioni scattate lo scorso maggio.
La perquisizione
Il 23 maggio i militari - su disposizione della procura guidata da Maurizio de Lucia - sono andati a casa di Alessandro Alessi a Palermo. Nell’appartamento dell’event manager della società Al Quadrato, che avrebbe fatto da “filtro” nel sistema di suddivisione dei compensi al cerchio magico di Galvagno, è stata trovata una cartellina trasparente con all’interno dei fogli di alto interesse investigativo. I finanzieri sono molto precisi. Nella carpetta c’è una lettera della fondazione Tommaso Dragotto, con cui è stato «conferito l’incarico alla Al Quadrato Communication per l’organizzazione dell’evento denominato “Un Magico Natale”». Che si è svolto nel 2023 sia a Palermo che a Catania. Inoltre c’è la copia della fattura di 100.000 euro che la società di Alessi ha emesso a favore della Fondazione Dragotto. E poi altre fatture di acquisto dei fornitori, fra cui quella di Marianna Amato (la famosa segnalata di Uomo 6, alias dell’ex meloniano Manlio Messina), per un importo di 12.000 euro. L’esperta marketing palermitana ha messo come casuale: «compensi per allestimenti necessari alla realizzazione dell’iniziativa». L’evento natalizio poi si è erivelato un flop. Marcella Cannariato, infatti, avrebbe voluto silurare Amato come consulente. Ma Galvagno, parlando con la sorella, avrebbe ben chiarito che «Marianna non era “cosa sua” ma di Uomo 6». E che comunque i «soldi» alla fondazione Dragotto sarebbero arrivati a patto che Amato avesse in qualche modo avuto un beneficio economico.
La carpetta che scotta
Ma torniamo a casa di Alessi. I finanzieri nella cartellina trasparente hanno trovato dei fogli con appuntati nomi e cifre. E i nomi sembrano proprio i protagonisti dell’inchiesta della procura palermitana. I “pizzini” della corruzione sono composti da «tre fogli, formato A4, manoscritti riportanti nominativi e importi vari che fanno riferimento all’evento “Un Magico Natale”». Casualmente le cifre riportate «coincidono con le fatture emesse dai vari fornitori». E tra i vari appunti, i finanzieri segnalano ai pm: «Sabrina (l’ex portavoce De Capitani, ndr) 10.000, Ale 12.200, Marianna 12.200». Quello che è apparso strano agli occhi dei militari è che «i documenti non riportano alcuna data, ma la compilazione o integrazione degli stessi si può certamente collocare in epoca successiva alla realizzazione dell’evento». Inoltre dopo un lungo elenco, in un foglio indicato con delle frecce si parla di “utile”. O meglio, «nei documenti manoscritti - annotano i finanzieri - sono riportati anche i conteggi che hanno determinato un utile totale di euro 34.940,21».
Il pallottoliere
C’è il dettaglio del pallottoliere: «Rispetto al fatturato di 100.000 euro - corrispondente al contributo regionale per l’organizzazione dell’evento “Un Magico Natale” edizione 2023 - sono indicati “totali costi sostenuti 57.373”, “Imponibile 47.027” e “Iva 10.346”. La differenza tra i due imponibili - spiegano i finanzieri - determina l’utile» riportato nei manoscritti incriminati. In un altro documento si ipotizza una suddivisione dell’utile di poco più di 30.000 euro tra A (per gli investigatori la società di Alessi Al Quadrato) e Fond (Fondazione Dragotto, ndr). Un quadro (contabile) di come sarebbero stati suddivisi i fondi ricevuti direttamente dalle casse della Regione Siciliana. Questo sarebbe un altro tassello documentale alle indagini già chiuse.
Gli interrogativi
Ma settembre sarà il mese degli interrogatori difensivi degli indagati. Il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, è sicuro di poter chiarire ogni sfumatura. Sia per l’accusa di peculato che di corruzione. A proposito: Galvagno ha chiarito di aver detto ai giornalisti a Ragalna che se davvero si fosse fatto corrompere per un vestito (fatto già escluso dalle accuse, ndr) avrebbe preferito «buttarsi dal castello di Paternò» e non «nel cassonetto».