25 dicembre 2025 - Aggiornato alle 11:50
×

Scandalo mazzette nella sanità, Sciacchitano e quel link con i fratelli Cuffaro per ottenere vantaggi dalla Regione

Nelle carte dell'inchiesta c'è il presunto capo della cricca che cerca di contattare sia Silvio che Totò (promettendo mazzette). M al'ex presidente: «Lo conosco ma non mi ha mai chiesto niente»

Redazione La Sicilia

13 Giugno 2025, 16:04

Scandalo mazzette nella sanità, Sciacchitano e quel link con i fratelli Cuffaro per ottenere vantaggi dalla Regione

Cercava sponde nell’assessorato regionale al Bilancio Antonio Sciacchitano, una delle figure centrali del nuovo scandalo che ha travolto la sanità siciliana. Antonino Maria Sciacchitano detto «Ninni», commercialista, componente del collegio sindacale dell’ospedale Civico e dell’Asp di Palermo, consulente dell’Asp di Caltanissetta per le problematiche contabili, presidente di valutazione dei manager della sanità pubblica, finito ai domiciliari per gare truccate nella sanità secondo gli inquirenti insieme ad uno dei suoi complici, Giovanni Cimo, avrebbero tentato di arrivare a Silvio Cuffaro, fratello dell’ex governatore Totò, dirigente generale dell’assessorato al bilancio nonché sindaco di Raffadali, per aiutare la Polygon spa (una delle società da loro favorite) a chiudere una transazione con la Centrale Unica di Committenza della Regione per l’assegnazione del lotto 1 della procedura delle apparecchiature elettromedicali.

La Polygon pensava di proporre una transazione all’amministrazione regionale, in modo da riottenere l'aggiudicazione del lotto, evitando alla Centrale unica di committenza di dover bandire nuovamente una gara per l'assegnazione della porzione dell’appalto da cui Polygon (ex Tecnologie Sanitarie) era stata esclusa dopo la vecchia inchiesta «Sorella Sanità», altra indagine su corruzione nella sanità siciliana che ha già visto pesanti condanne in primo grado.

L’idea di Sciacchitano era quella di «ammorbidire» il dirigente della Cuc Di Leo «ai fini del buon esito della transazione» grazie alla mediazione di Silvio Cuffaro (che però non risulta se ci sia davvero stata), a cui i due faccendieri sarebbero giunti attraverso Vito Raso (autista di Totò Cuffaro).

«A chiare lettere nelle intercettazioni - scrivono i pm - Cino e Sciacchitano hanno manifestato l'intenzione di farsi lautamente remunerare per questa attività di intermediazione, parlando della corresponsione da parte di Polygon di 200.000 euro a testa e dell’intenzione di questi ultimi di remunerare con 10.000 o 20.000 euro Silvio Cuffaro, dirigente dell’assessorato, per l’assistenza prestata, facendogli pervenire le somme tramite Vito Raso». Nel febbraio 2023 la Polygon, però, è stata acquisita da parte di un fondo internazionale e l’operazione è naufragata.

Cuffaro smentisce

«Conosco il dottore Sciacchitano da prima che fossi Presidente della Regione. Non mi ha mai chiesto niente quando ero Presidente e né tanto meno nell’ultimo decennio. Ma proprio niente: né di lecito e meno che mai di illecito. Sono io che ho chiesto a lui di votare per la DC e quindi non aveva bisogno di ingraziarsi con me in altro modo. Nella fattispecie non conosco la ditta e nemmeno di cosa si occupi. Citarmi è ormai un rituale che, come nel caso odierno, non sarà supportato da alcun elemento, però lascerà traccia di questi scarabocchi vestiti da notizia. È triste, ma è così» ha detto Totò Cuffaro, segretario nazionale della DC.