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Sicilia, se i turisti ancora scarseggiano è colpa anche del caro-voli

Di Daniele Ditta |

PALERMO – In questa stagione estiva la Sicilia vedrà con il cannocchiale i turisti stranieri, mentre quelli italiani potrebbero orientarsi verso altre destinazioni. Uno dei motivi, forse il principale, è il costo elevato dei biglietti aerei. Il caro voli non è una novità per l’Isola. Ora però, dopo l’emergenza Coronavirus, la situazione è addirittura peggiorata.

Un esempio? Un volo Roma-Catania può arrivare a costare anche 400 euro. Cifre che rendono meno appetibili le agevolazioni annunciate dall’assessorato al Turismo per chi decide di trascorrere le vacanze in Sicilia, come i pernottamenti aggiuntivi in albergo a spese della Regione. Della serie prendi una camera per tre notti e ne paghi una. «L’idea che i turisti italiani possano risolvere i problemi di chi lavora nella filiera del turismo è una chimera. Se poi ci aggiungiamo il costo esoso dei voli interni, la nostra regione sarà ancora una volta penalizzata» dice Dario Ferrante di Tour Plus Sicilia, secondo cui «il turismo nell’Isola senza mercato estero non funziona».

Parola di tour operator. Uno di quelli che da due decenni lavora nel cosiddetto incoming. Ferrante aggiunge un altro elemento: «Il nostro turismo è riuscito a crescere grazie alle tanto discusse compagnie aeree low cost. Fino a quando però si dovranno rispettare le norme sul distanziamento sociale, il turismo non potrà ripartire realmente. Se un aereo viaggia al 50% della propria capacità, in qualche modo deve compensare. Per questo le compagnie stanno aumentando i prezzi dei biglietti; contrariamente dovrebbero operare sotto costo. Lo stesso principio vale per i pullman a noleggio o i ristoranti».

Secondo i dati elaborati dal Codacons, una vacanza di dieci giorni potrebbe arrivare a costare fino al 20% in più rispetto allo scorso anno, passando da una spesa a testa di 736 euro a 883 euro. Rincari che non risparmiano nessuna voce: si va da un rialzo medio del 9% per la ristorazione, dell’8% nelle strutture ricettive, del 15% per il trasporto aereo e del 12% per le navi. Riassumendo, sanificare e distanziare ha il suo costo. Per non parlare dei turisti che non arriveranno. I collegamenti con gli Stati Uniti, che solitamente movimentano un turismo di fascia alta per capacità di spesa e durata del soggiorno, sono sospesi.

«I voli – azzarda Ferrante – forse verranno rispristinati tra settembre e ottobre». Hanno subito uno slittamento invece quelli da e per la Germania; mentre i charter dalla Francia inizieranno a volare a inizio luglio. Chi torna nel Regno Unito dopo una vacanza all’estero, inoltre, viene sottoposto a quarantena. «E questo di per sé – spiega il General director e Ceo di Tour Plus Sicilia – scoraggia molti turisti». Ripiegare sui turisti italiani (che rappresentano il 50% delle presenze) e sul turismo di prossimità (gli stessi residenti in Sicilia) diventa così una scelta obbligata, che però «taglia fuori tutta la filiera degli operatori turistici: agenzie di viaggio, guide turistiche, noleggio con conducente, tour operator…». Una convinzione, quella di Ferrante, sostenuta dall’esperienza: «Gli italiani prenotano direttamente le strutture ricettive. A guadagnarci sarà solamente qualche albergo che potrà recuperare parte del fatturato che sembrava perduto».

E allora quali dovrebbero essere le leve da muovere per dare ossigeno a un settore che prima del Covid stava trainando l’economia siciliana? «C’è voglia di ripartire, ma con regole certe. Più che incentivi con motivazioni economiche – è il parere di Ferrante – bisogna puntare sulla Sicilia come “destinazione sicura”, impostando la comunicazione sui pochi casi di Covid-19 sin qui registrati».

Una risposta che marca la differenza con la strategia adottata sin qui dall’assessorato regionale al Turismo. «In Spagna, Croazia e Grecia – conclude il Ceo di Tour Plus Sicilia – sono le compagnie aeree che stanno promuovendo le località turistiche per far ripartire la domanda, non gli enti pubblici o le Regioni. Da noi sta passando il messaggio che vogliamo quasi “comprare i turisti”, regalando le notti in hotel. Il problema maggiore è però che, a parte i proclami, niente è stato fatto. Il portale annunciato dalla Regione per usufruire delle notti gratis in hotel o dei servizi delle guide turistiche non è ancora attivo. E siamo a metà giugno…».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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