«Vogliamo sapere cosa è successo a nostra figlia, qualcosa non quadra, come è morta in piscina?»: la rabbia e il dolore dei genitori di Simona
Il padre Luciano Cinà, la moglie Giusi e la sorella gemella Roberta hanno tenuto una conferenza stampa nell'ufficio del legale di famiglia
«Vogliamo sapere cosa è successo a mia figlia. Era sana come un pesce, faceva sport. Come è possibile che sia morta durante una festa, in piscina? Vogliamo la verità su quello che è accaduto. Aiutateci anche voi a capire». E’ quanto dice Giusi Cinà, la madre di Simona Cinà, la pallavolista di 21 anni morta in piscina durante una festa di laurea a Bagheria (Palermo). La donna, accompagnata dal marito, Luciano e i figli, tra cui la sorella gemella di Simona, è ha parlato nello studio legale dell’avvocato Gabriele Giambrone dove si è recata con la famiglia per incontrare la stampa.
«Non siamo neppure stati chiamati, lo ha scoperto mia moglie Giusi per caso, chiamando intorno alle 4 al cellulare di mia figlia. Siamo distrutti. Vogliamo sapere cosa è successo in quella piscina. Mia figlia era un pesce in acqua, come è potuto succedere?». E’ un uomo disperato, Luciano Cinà, il padre di Simona. «Non è possibile morire così giovane…», ha detto tra le lacrime.
La sorella gemella
«C'è qualcosa di strano, non abbiamo neppure trovato i vestiti di mia sorella, non c'erano al nostro arrivo. C'erano solo le scarpe». ha invece detto Roberta Cinà, la sorella gemella di Simona. «Aveva un bracciale di mia mamma a cui teneva molto e lo abbiamo trovato dentro la borsa conservato, quindi vuol dire che lei era pienamente in se, perché ha pensato di conservare il bracciale».
«Quando siamo arrivati, il corpo di nostra sorella era già a bordo piscina - ha aggiunto il fratello - . Il suo corpo era coperto da un telo, con il costume. C'erano le pattuglie dei carabinieri e l’ambulanza. Ma ci sono tante cose che non tornano: era una festa di laurea ma non abbiamo visto la torta, non abbiamo trovato alcolici. Quando siamo arrivati i ragazzi erano tutti bagnati, in silenzio. Non abbiamo trovato i vestiti di mia sorella, ma solo le scarpe».
«Tutti zitti»
«Erano tutti zitti in un angolo, nessuno diceva nulla. Tra il confuso e l’incredulo. Non hanno neppure risposte alle domande. Erano una ventina, coloro che erano rimasti. Forse potevano fare qualcosa» ha detto ancora Roberta in merito alla situazione che hanno trovato quando sono arrivati nella villa della festa. «Hanno detto che si sono accorti di lei mentre pulivano a terra, la piscina era piccola e la consolle dove ballavano era minuscola», ha aggiunto la sorella.
Anche il padre di Simona ha voluto sottolineare alcune cose che gli sono parse strane: «Quando siamo arrivati in quella villa non c'erano bottiglie di alcol, erano tutte sparite. Perché? Lo vogliamo sapere».
«Non è normale che ci fosse solo acqua - dice - nessuno ci ha chiamato. Dove è finito l’alcol? Mia figlia faceva surf, faceva sport dalla mattina alla sera. Curava il corpo. Esigo sapere cosa è successo a mia figlia», ha detto con la voce rotta dal pianto.
Il ricordo
La mamma ricorda in lacrime sua figlia Simona: «Era una brava ragazza, studiava, amava lo sport e la conoscevano tutti. Era solare, non litigava mai con nessuno. Era buona, portava sempre a termine i suoi traguardi». Poi gli interrogativi sulla tragedia: «Perché? Cosa è successo? Perché è morta in una festa? Perché? Vogliamo sapere solo cosa è successo a mia figlia. Vi prego, cosa è successo. Perché? Perché hai avuto questo?».
Il legale
Anche l’avvocato Gabriele Giambrone, che assiste la famiglia di Simona Cinà, ha sottolineato che «ci sono alcuni elementi che non convincono. Sicuramente qualche elemento in più potremo averlo dopo l’autopsia che dovrebbe svolgersi domani. Servirà anche per capire le cause del decesso e se vi sia la presenza di sostanze stupefacenti e alcol».
I famigliari hanno precisato che la giovane era una atleta e si sottoponeva a controlli periodici, e «aveva paura delle sostanze stupefacenti, di cui non faceva uso, e beveva ma con moderazione».
L'ipotesi della droga
Sul fatto che la ragazza possa aver usato droga, il fratello Gabriele ha detto «E' una la possibilità, ci abbiamo pensato….». Ma anche se ci fosse stata «lei non l’avrebbe mai assunta perché da sportiva faceva continui controlli».
«Non vogliamo puntare su nessuno - precisano i fratelli di Simona - non vogliamo dire niente di affrettato, ma sicuramente c'è qualcosa che non va. Conoscevamo Simona e non era un tipo da annegare in piscina. Faceva surf, faceva tante cose, tanti sport nell’acqua che è impossibile che non avesse saputo gestire una situazione di acqua profonda. Faceva sempre i controlli perché faceva campionati dove richiedevano comunque controlli»
«Quando siamo arrivati alla villa - ricostruiscono i due fratelli - ci hanno detto che probabilmente era stato un malore, che loro non sapevano, l’avevano trovata in piscina. Siamo arrivati e non c'era niente, era tutto pulito. Zero alcol in giro, nulla. Una festa con tantissime persone, e non c'era niente che potesse richiamare a una festa. Simona l’ultima volta che l’amica l’ha vista stava ballando tranquilla vicino alla consolle, non sembrava ubriaca. Non sappiamo cosa sia successo, ma c''è qualcosa di strano».
Come detto i due fratelli hanno affermato anche di «non avere trovato i vestiti di Simona, era con il costume e le scarpe».
Sui vestiti di Simona, che i fratelli hanno detto di non avere trovato, il legale ipotizza che possano essere stati requisiti dai carabinieri e «magari non ne sono al corrente». «Anche se - precisa l’avvocato - loro mi hanno detto che durante le fasi di acquisizione degli oggetti di Simona, ogni oggetto è stato verificato e controllato con i genitori, e i genitori sono sicuri che né la maglietta né la gonna c'erano».