Giudiziaria
Spaccio di droga e cellulari in carcere a Palermo, legali chiariscono la posizione agente penitenziario
I legali di Giuseppe Bono sostengono che il loro assistito "non è stato sottoposto a nessuna misura cautelare personale"
«Giuseppe Bono, coinvolto nell’inchiesta della dda di Palermo su un’associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di droga e all’ingresso di telefoni cellulari nel carcere Lo Russo-Pagliarelli di Palermo, non è stato sottoposto a nessuna misura cautelare personale». Lo affermano, in una nota, i due legali dell’agente di polizia penitenziaria, gli avvocati Giacomo Lombardo del foro di Marsala e Alfonso Marciante del foro di Sciacca.
«La dda – continuano i due difensori – non aveva richiesto per lui gli arresti domiciliari, come erroneamente riportato dalla stampa, ma una misura cautelare diversa». E cioè l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e la misura interdittiva della sospensione dal servizio per un anno. Adesso, Giuseppe Bono, sottolineano i due legali, «ha scelto di chiarire la propria posizione sottoponendosi ad interrogatorio dinanzi al gip di Palermo (Claudia Rosini) il quale ha rigettato tutte le richieste della magistratura inquirente». L’accusa mossa all’agente di polizia penitenziaria è quella di favoreggiamento personale. Secondo la dda, nell’ottobre 2023, avrebbe rivelato a due detenuti (Daniele Di Napoli e Antonio Nigito) che erano in corso attività di intercettazione all’interno del box agenti del reparto «Mari sezione Ionio» della casa circondariale Pagliarelli.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA