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Strage di Ustica: dopo 37 anni di ombre e depistaggi, spunta l’ennesima verità

Di Redazione |

ROMA – Trentasette anni di misteri, depistaggi, sentenze, perizie. Senza mai una verità completamente accettata. La storia di trentasette anni di ombre senza una storia condivisa fino in fondo. La storia di Ustica, uno dei più drammatici fatti di cronaca italiani che oggi si avvia a vivere un nuovo capitolo con la una nuova testimonianza che accredita la pista della “battaglia aerea” per spiegare la strage del Dc9 precipitato vicino l’isola di Ustica il 27 giugno del 1980 viene riportata nel programma “Atlantide” di Andrea Purgatori in onda questa sera su La7. «Una notizia – per Daria Bonfietti, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime – importante e positiva, che dimostra che la storia va avanti e che alla verità ci si può ancora arrivare mettendo insieme i pezzi». Ma c’è anche chi invita a prendere con cautela rivelazioni «non suffragate da fatti».

I misteri di Ustica sono davvero tanti, dalla causa dell’incidente che ha coinvolto il DC9 dell’Itavia (bomba a bordo, missile, collisione o quasi-collisione) allo  scenario nel quale è avvenuto il disastro (esercitazione militare, schermo per oscure, scenari bellici), dal Mig libico  precipitato in quei giorni in un’area non lontana dal luogo della strage, in Calabria, alla vicenda dell’incidente delle frecce tricolori a Ramstein, dalle uccisioni del generale Giorgieri da parte del terrorismo di sinistra e del generale Boemio a Bruxelles fino a misteriosi incidenti stradali e suicidi. Quasi quattro decenni di ombre e misteri. E qualche passo verso la verità.

L’ennesima verità arriva da un nuovo testimone. A parlare nel programma di Purgatori è Brian Sandlin, all’epoca marinaio sulla portaerei americana Saratoga. Sandlin – ha anticipa il sito del Corriere della sera – racconta che quella sera, dalla plancia della nave che stazionava a poche miglia dal golfo di Napoli, assistette al rientro da una missione speciale di due Phantom disarmati, scarichi. Aerei che sarebbero serviti ad abbattere altrettanti Mig libici in volo proprio lungo la traiettoria aerea del Dc-9. «Quella sera – racconta l’ex marinaio – ci hanno detto che avevamo abbattuto due Mig libici. Era quella la ragione per cui siamo salpati: mettere alla prova la Libia».

Un’affermazione che attesterebbe uno scenario di guerra sui cieli italiani e dunque farebbe riemergere per la strage di Ustica «l’ipotesi del volo colpito per errore».

Alla luce della nuova testimonianza, Daria Bonfietti – sorella di una delle 81 vittime – auspica che «il Governo si renda conto che dobbiamo avere, politicamente, la volontà di arrivare alla verità». Le parole di Sandlin, sottolinea, «si inseriscono in un panorama conosciuto, ma aiutano a delineare meglio la presenza di aerei e di azioni, è un pezzo del puzzle che si sta completando. La presenza di varie unità navali era certa e questa testimonianza si inserisce in un contesto non certo nuovo, emersa grazie alla tenacia e alla serietà professionale di un giornalista. Importante perché si affianca alla direttiva Renzi sulla desecretazione, anche se la Marina non ha conferito nessun documento nel periodo che va dal 1980 al 1986, perché resiste questo malinteso senso di fedeltà di uomini delle istituzioni nei confronti di una vicenda tragica».

Per i deputati del Pd Andrea De Maria e Walter Verini, occorre «chiarire finalmente ogni aspetto di quanto accaduto nei cieli di Ustica diventa un dovere morale verso tutto il Paese: abbiamo depositato un’interrogazione al ministero degli Esteri per sapere se intende assumere azioni – e quali – nei confronti degli Stati Uniti, tese a raccogliere tutte le informazioni possibili per giungere a una conoscenza finalmente piena dei fatti avvenuti nei cieli di Ustica».

Di diverso parere l’Associazione per la verità su Ustica, il cui presidente è l’ex capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, generale Lamberto Bartolucci. «Il tema della portaerei – secondo lo storico Gregory Alegy dell’Associazione – è un classico del mito di Ustica, ma in dibattimento – ricorda – è stato dimostrato che quella nave non si è mai mossa dal porto di Napoli. Anche l’ipotesi della battaglia aerea – aggiunge – è stata ampiamente dibattuta senza essere suffragata dai fatti che indicano l’assenza di aerei vicini al Dc9 precipitato. In tutti questi anni ci sono state 27 versioni diverse dell’incidente, spesso argomentate con gli stessi materiali rimontati in maniera differente».

Anche Eugenio Baresi, ex segretario della Commissione terrorismo e stragi nella XII legislatura, si schiera contro la nuova testimonianza, invitando Parlamento e magistratura ad intervenire «contro questa attività continua di depistaggio». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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