Stuprata dal branco al Foro Italico, l'appello di Asia per i suoi aguzzini: «Tutti si devono poter redimere»
In un video postato su TikTok la giovane palermitana, che all'epoca dei fatti aveva 19 anni, spiega le ragioni del suo gesto
Asia Vitale
Un appello perché la vicenda sia chiusa "in maniera stabile ed equilibrata" e perché i ragazzi che hanno abusato di lei in un cantiere abbandonato del Foro italico, a Palermo, tutti condannati, "paghino ma avendo vicino persone che possano davvero aiutarli, avendo accanto l’affetto della propria famiglia". A parlare in un video postato su Tiktok è Asia Vitale, la 19enne palermitana vittima di uno stupro di gruppo a luglio del 2023. "So che erano stati chiesti e verranno richiesti i domiciliari - dice -, io non ho nulla in contrario perché penso che questi ragazzi possano avere un minimo di redenzione, ma non in un ambiente come il carcere, in cui la violenza è all’ordine del giorno. So che alcuni sono stati massacrati là dentro".
Il carcere, ragiona Asia, "non è il massimo per dei ragazzini" e per "tutto questo tempo", anche per quelli che non hanno esitato ad abusare di lei a turno e a filmare l’orrore. "Come sto reagendo io sono fatti miei", dice nel video, sottolineando che quello che le è accaduto è "una cosa grave" e che non è certo lei "la responsabile del fatto che siano in carcere. Esistono giudici e prove ed è giusto che stiano pagando e abbiano pagato" per quello che hanno fatto. "Stamattina e ieri sera ho letto tanti commenti offensivi verso di me, ma anche nei loro confronti - dice ancora -. C'era chi augurava la morte… io sono assolutamente contraria, sono contraria a ogni forma di violenza". La lontananza dalla famiglia può pesare. Anche per i suoi carnefici. "Io so cosa possa esserci nella testa di questi ragazzi - dice ancora -, non ho mai avuto un padre e mia madre non c'è più. Quel che resta della mia famiglia mi ha allontanata e nonostante la mia vita stia migliorando continuo ad avere dei problemi psicologici legati a questa vicenda (lo stupro, ndr), ma anche alla mancanza di un appoggio costante, vero, affettivo da parte della famiglia".
La speranza per lei è che riavvicinandosi ai loro affetti, alle "figure femminili, alle loro madri, alle loro sorelle", i ragazzi che hanno abusato di lei cambiando per sempre le loro e la sua vita possano "capire quello che è successo, magari la loro testa potrebbe girare meglio". "Non li giustifico, non li perdono", taglia corto Asia, sottolineando di non parlare "per un senso di colpa". Ma solo perché "io sono diversa da loro e non voglio che sia fatto agli altri quello che non vorrei venisse fatto a me".
E ancora: "Mi auguro che un domani possano avere una famiglia, ricrearsi una vita e riflettere tanto su quello che è successo. Non dico che mi aspetto delle scuse, che non so se mai arriveranno, ma non mi importa. Perché io voglio che stiano lontani da me, voglio dimenticare le loro facce, vorrei stare tranquilla e dimenticare tutto. Però - e forse sono fin troppo buona nel dirlo - penso che a ogni persona va data una possibilità di redimersi e crearsi una vita migliore, come, nonostante tutti gli sforzi non compresi, sto facendo io".