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Stupro a Catania, i fermati maggiorenni in Tribunale: silenzio da uno di loro

Gli altri tre hanno invece risposto al Gip. Sono accusati, insieme a tre minorenni, di violenza sessuale su una 13enne, abusata nei bagni del Giardino Bellini

Redazione La Sicilia

05 Febbraio 2024, 12:56

Caso di stupro a Catania, il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita

Caso di stupro a Catania, il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita

Gli interrogatori di garanzia dei 4 maggiorenni fermati per la violenza di gruppo sulla 13enne alla villa Bellini di Catania si sono conclusi. Alcuni degli indagati hanno risposto alle domande del gip. Lo ha detto il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita mentre, con la sostituto Anna Trinchillo, ha lasciato il palazzo di giustizia.

I fermati, tutti egiziani, per la brutale violenza subìta dalla ragazzina, che era in compagnia del fidanzato 17enne immobilizzato dal branco, sono complessivamente sette; gli altri tre sono minorenni.

«Un indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere l’altro invece si è fatto interrogare e ha risposto alle domande del gip. Il primo vive in comunità il secondo lavora ad Acireale. Sono nel Catanese da due anni», ha detto l’avvocato Alessandro Fidone che assiste due dei maggiorenni. Il penalista ha precisato che il giovane che ha parlato con il gip «si è detto estraneo ai fatti» aggiungendo che «era sul posto ma non ha partecipato, all’aggressione e ha capito la gravita dei fatti».

L'avvocato Salvatore Ganci che assiste invece il maggiorenne agli arresti domiciliari, ha dichiarato: «Il mio assistito ha confermato quanto aveva detto prima, quindi è stato un interrogatorio lampo, ha spiegato che la sua presenza sul posto è stata del tutto casuale, era lì perché aveva sentito gridare. Ma qualunque altra valutazione al momento è prematura».

Il legale ha aggiunto che «sembra che ci fossero tra i 10 e i 7 ragazzi presenti, ma al momento il fermo ne indica 7 e se ci sarà qualcosa in più verrà fuori dalle indagini». Il penalista ha rivelato che il suo assistito «si è reso conto della gravità dei fatti da subito, per questo ha prima parlato con gli operatori della comunità e poi con i carabinieri».

Successivamente si è conclusa anche l’udienza davanti al gip per i minorenni. Uno dei tre indagati, è stato accertato dopo, era diventato maggiorenne da poco. La sua posizione è trattata per gli atti urgenti dalla Procura per i minorenni. Poi sarà stralciata e trasmessa per competenza alla Procura distrettuale. Il gip si è ritirato in camera di consiglio riservandosi la decisione.