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Stupro di gruppo al Foro Italico, nelle motivazioni dei giudici "vittima inerme in videoriprese"

Una ragazza di 19 anni fu abusata da sette giovani che sono stati tutti condannati

Redazione La Sicilia

03 Febbraio 2025, 18:48

LO STUPRO DI PALERMO, LA TESTIMONIANZA DELLA VITTIMA

Stupro al Foro Italico

«Quelle che ad uno sguardo superficiale e cinico possono apparire squallide immagini pornografiche, sono invece, sequenze che hanno immortalato lo stupro di una vittima, in quei frangenti, totalmente inerme». E' il giudizio, contenuto nelle motivazioni della sentenza con cui il tribunale di Palermo ha condannato sei dei sette protagonisti dello stupro di gruppo di una 19enne violentata due anni fa al Foro Italico, espresso dal collegio sui video girati dagli imputati durante gli abusi.

«Video crudi e disturbanti», li definisce il tribunale che ha depositato poco fa le motivazioni del verdetto. La ragazza «appare, infatti, alla stregua di un oggetto inanimato, una cosa senza vita che si muove meccanicamente ed emette gemiti lamentosi e inconsapevoli. A tal proposito, - dicono i giudici - considerata anche l’attenzione riservata al particolare nell’ambito della complessiva e articolata difesa apprestata in favore degli imputati, deve rilevarsi che i suoni emessi dalla vittima nel corso degli atti sessuali che sono stati oggetto di videoripresa e che si sentono in sottofondo anche durante un messaggio audio inviato col suo cellulare dal Flores (uno degli imputati ndr) mentre era in corso lo stupro sono tutt'altro che interpretabili come gemiti di piacere».

I sei giovani accusati furono tutti condannati. Sette anni ebbero Angelo Flores, il maggiore dei ragazzi coinvolti, Gabriele Di Trapani, Christian Maronia ed Elio Arnao, sei anni e 4 mesi Christian Barone, 4 anni Samuele La Grassa che non avrebbe partecipato agli abusi, ma sarebbe rimasto a guardare non intervenendo però mai in difesa della vittima. Separatamente venne processato e condannato l'unico imputato minorenne al momento dei fatti che ha avuto 8 anni e 8 mesi.

«Risulta drammaticamente evidente la dinamica di oggettificazione sessuale (principiata dalla svalutazione della persona della vittima in ragione dei suoi costumi sessuali e culminata nella inflizione nei suoi confronti di una sorta di punizione) che ha dato corso all’evento, con condotte agite nella piena consapevolezza dello stato di ubriachezza in cui ella versava e nella totale incuranza della effettiva e attuale volontà della persona offesa di intrattenere, in quel modo sprezzante e brutale, quel genere di rapporti», affermano ancora i giudici del tribunale di Palermo negando quindi la natura consensuale del rapporto.
Il collegio ha depositato le motivazioni della sentenza emessa a novembre. Il tribunale, ripercorrendo la testimonianza della vittima e di chi le prestò soccorso, analizzando i video girati dagli stupratori durante gli abusi e ricostruendo i fatti, in più passaggi mette in evidenza le contraddizioni nelle dichiarazioni rese dagli imputati che hanno sempre sostenuto che la 19enne era «consenziente». Secondo i giudici, invece, la notte della violenza la vittima versava in uno stato di "ubriachezza tale da renderla in condizioni di inferiorità e di non essere in grado di prestare valido consenso alla consumazione degli atti sessuali che ugualmente le sono stati imposti e che sono continuati nonostante fosse ad un certo punto intervenuto anche il suo dissenso esplicito alla prosecuzione degli stessi».