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Stupro di gruppo, negli interrogatori del branco anche accuse alla vittima: «È stata lei a portarci lì»

E’ un copione già visto quello che va in scena negli uffici giudiziari di Palermo. Il tentativo di scaricare sulla ragazza tutte le responsabilità di una violenza bestiale

Redazione La Sicilia

23 Agosto 2023, 09:09

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A parte le lacrime, gli interrogatori di tre dei sette giovani accusati dello stupro di Palermo su una ragazza di 19 anni dopo una serata trascorsa tra i locali del mercato storico della Vucciria, sono stati a tratti drammatici, concitati. Si sono dovuti difendere da accuse pesantissime e hanno provato a spiegare cosa avvenne quella notte nel cantiere del collettore fognario, al Foro Italico, dove la ragazza fu soccorsa da un’ambulanza.

Davanti al giudice ieri c'erano Christian Maronia, 19 anni, Samuele La Grassa, 20 anni, Elio Arnao, 20 anni . Tutti avrebbero partecipato alla violenza di gruppo del 7 luglio scorso. E tutti e tre hanno risposto ieri alle domande del gip Marco Gaeta. La loro partecipazione è stata ricostruita attraverso la denuncia della vittima di 19 anni e dall’analisi del video estrapolato dal cellulare di uno dei presenti.

Indagine complessa

E’ un’indagine complessa che si è svolta in due fasi. Una prima con gli arresti del 3 agosto. Quella notte sono stati portati i primi tre ai cui i carabinieri sono giunti grazie alla testimonianza della vittima e dei video trovati nei cellulari dei giovani. Angelo Flores, 22 anni, Gabriele Di Trapani, 19 anni, Cristian Barone, 18 anni.

Poi il 18 agosto sono stati arrestati Christian Maronia, Samuele La Grassa ed Elio Arnao e un diciassettenne che nel frattempo è diventato maggiorenne. I primi interrogatori si sono svolti il 4 agosto. Uno si è avvalso della facoltà di non rispondere mentre gli altri si sono difesi parlando di rapporti sessuali consenzienti.

Copione già visto

Più o meno la stessa linea di difesa dei tre componenti del branco interrogati ieri. E’ un copione già visto quello che va in scena negli uffici giudiziari di Palermo. Il tentativo di scaricare sulla vittima tutte le responsabilità di una violenza bestiale, documentata peraltro anche da video e messaggi sui cellulari dal contenuto inequivocabile.

«Sono addolorato per ciò che è successo, chiedo scusa alla ragazza e alla sua famiglia. Sono tornato indietro insieme al ragazzo di 17 anni per aiutarla. Ma mi è stato detto che la ragazza era consenziente», ha raccontato in lacrime Christian Maronia che in alcuni video su Tik Tok, realizzati prima del suo arresto e pubblicati adesso, si lamenta perchè «tutta Italia ti incolpa per una cosa privata, ma nessuno sa che sei stato trascinato dai tuoi amici».

Anche gli altri due ragazzi - Samuele La Grassa e Elio Arnao - ribadiscono questa tesi. Nel corso dell’interrogatorio è emerso che Angelo Flores, l’unico a conoscere la ragazza, avrebbe mostrato agli amici un video con la ragazza. «Si vedeva che lei sarebbe stata disposta a questa esperienza, era lei che voleva andare al Foto Italico, ha organizzato tutto Flores e abbiamo deciso tutti insieme di andare verso la Cala e il Foro Italico». Davanti al gip hanno detto di avere compreso di avere commesso una cosa grave, ma per errore. «Nessuno di noi pensava si trattasse di una violenza», hanno sostenuto.

La caccia al video

Angelo Flores sarebbe anche uno dei giovani che hanno filmato la violenza. E in poche ore su Telegram si sono formati tre gruppi, due pubblici e uno privato, che inizialmente contavano tra 12mila e 14mila iscritti, ma che adesso si sono dimezzati, con l'unico obiettivo di trovare il video dello stupro di gruppo di cui è stata vittima la ragazza di 19 anni. Un follia generale che sta travolgendo qualunque regola, soprattutto in un caso delicato come questo che meriterebbe maggiore cautela.