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Tangenti eolico, quattro arrestati si avvalgono della facoltà di non rispondere

Di Redazione |

PALERMO – Quattro degli arrestati nell’ambito di un giro di mazzette alla Regione siciliana si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al Gip di Palermo nel corso dell’interrogatorio di garanzia. Si tratta di Francesco Arata, Manlio Nicastri, Vito Nicastri e Alberto Tinnirello. Sono accusati, a vario titolo, di corruzione, intestazione fittizia di beni e autoriciclaggio.

Francesco Arata è il figlio dell’ex consulente per l’Energia della Lega Paolo Arata, anche lui finito in manette con le stesse accuse del figlio. Vito e Manlio Nicastri, padre e figlio, anche loro arrestati sono imprenditori trapanesi dell’eolico, mentre Tinnirello, è un funzionario regionale. Non è stato ancora interrogato dal Gip Paolo Arata, arrestato a Roma, che sarà sentito nelle prossime ore nella Capitale. Secondo gli inquirenti Arata e Vito Nicastri, già sotto processo per concorso esterno in associazione mafiosa, avrebbero pagato tangenti a una serie di funzionari regionali e comunali per avere agevolazioni per i loro progetti nelle energie rinnovabili.

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