Tecnis, il Cda conferma «Cerchiamo possibili acquirenti»

Di Redazione / 19 Febbraio 2016

Il consiglio di amministrazione della Tecnis ha confermato quanto anticipato da fondi sindacali sull’avvio delle attività “volte alla ricerca di potenziali acquirenti” sul presupposto che il piano di risanamento, «riveduto sulla base dello scenario attuale, sarà incardinato intorno a tale ipotesi, sempre nella prospettiva del rilancio dell’attività nel contesto di uno degli strumenti previsti dalla legge fallimentare».
Lo ha reso noto la stessa società, aggiungendo anche di aver ritirato il Piano di ristrutturazione del debito che era in attesa di omologa.
«Nonostante il superamento della soglia delle adesioni dei fornitori (circa il 70%), la Società – scrive la Tecnis – ha preso atto del fatto che sia le negoziazioni con l’Agenzia delle Entrate di Palermo che quelle con il ceto bancario richiedono più tempo di quello inizialmente preventivato, anche alla luce delle numerose nuove circostanze che si sono verificate successivamente alla presentazione dell’istanza».

«Tra martedì e mercoledì il commissario straordinario nominato dal Governo scioglierà il nodo della fuoriuscita della Tecnis dalla crisi e conosceremo il destino dell’azienda. Chiederemo di ricoprire in danno o direttamente le trincee di Palermo perché non possiamo tenere un cantiere aperto per mesi nell’attesa che subentri un’altra ditta. Anche perché l’eventuale azienda subentrante potrebbe seguire un progetto diverso».
Lo ha annunciato il vicesindaco di Palermo, Emilio Arcuri, durante un incontro con i giornalisti a Palazzo delle Aquile sul caso Tecnis. Il colosso catanese, che si è aggiudicato appalti pubblici per centinaia di milioni di euro tra i quali, in Sicilia, l’anello ferroviario e il collettore fognario di Palermo e la metropolitana di Catania, è in crisi dopo le vicende giudiziarie che hanno coinvolto i vertici, che hanno portato a un’interdittiva antimafia della Prefettura di Catania. Attualmente il destino dell’azienda è in bilico tra varie ipotesi: la ristrutturazione del debito, l’eventuale cessione e, secondo indiscrezioni delle ultime ore, il concordato preventivo. Gli operai aspettano mesi di stipendio arretrato e da due giorni sono in sciopero a oltranza sia a Palermo sia a Catania.
«Vogliamo che le opere siano definite – ha detto il sindaco Leoluca Orlando – ma anche che non ci siano danni ai cittadini. Speriamo che prosegua la Tecnis perchè cambiare appaltatore è complicato, ma se dobbiamo farlo meglio subito perché ci vuole un anno di tempo. Un conto – ha concluso – è se la Tecnis ci dice che i lavori riprendono tra un anno, un conto è che possono farli ripartire al più presto». Sulle voci che il commissario opti per il concordato preventivo: “Dobbiamo rispettare le procedure formali – ha detto Orlando, che è anche presidente dell’Anci Sicilia -. Certo, se la Tecnis non riprende c’è il rischio rescissione. Non stiamo parlando di una ditta che ha un solo appalto. Stiamo parlando di una holding che ha già fatto in via ufficiale una distinzione tra gli appalti che volevano interrompere e quelli che volevano portare avanti prevedendo di spostare i lavoratori in cassa integrazione delle opere interrotte sui cantieri ancora in corso. Almeno, così ci avevano comunicato ufficialmente. L’espressione “concordato preventivo” non definisce in modo chiaro quello che succederà. A Ruperto abbiamo posto il tema complessivo degli appalti che sono seguiti anche dai miei colleghi sindaci. Quello che sta accadendo qui sta accadendo anche a Catania e altrove».

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