IL RACCONTO
Tonno rosso, quote esaurite in 48 ore: notte da Far West a Portopalo di Capo Passero tra inseguimenti e pescatori in fuga
«Norme assurde, trattati come delinquenti»
Inseguimento alle prime luci dell’alba per bloccare i camion con i pesci appena sbarcati al porto di Portopalo di Capo Passero da alcune imbarcazioni, dopo la cessazione della pesca accidentale del tonno rosso. Scene da far west per le strade del centro abitato, con le volanti delle forze dell’ordine a sirene spiegate. Un mezzo sarebbe stato bloccato con il prodotto ittico, un secondo l’avrebbe fatta franca. Il blitz al porto è stato effettuato dal personale della Capitaneria di porto di Siracusa, il secondo dopo il sequestro di quasi 5 tonnellate di tonno rosso di lunedì scorso.
Una situazione che riporta l’attenzione sul tema delle quote tonno “accidentali” (by-catch) riguardante soprattutto la piccola pesca che non ha una quota assegnata e che accidentalmente può effettuare la cattura di tonni durante la pesca di altre specie. Dopo meno di due giorni, infatti, questa quota, assegnata all’Italia a livello europeo, è andata esaurita. Un refrain già ascoltato negli anni scorsi.
Alle 20 di martedì, pertanto, è arrivato lo stop alla pesca accidentale. Nel caso degli esemplari sequestrati ieri mattina, si trattava di un quantitativo arrivato dopo il termine consentito e pertanto non in regola con la normativa di riferimento. Da qui l’inseguimento e il sequestro. I diretti interessati parlano di vera e propria persecuzione.
«Siamo trattati come dei delinquenti a causa di normative che sono troppo farraginose», ci dice un pescatore. Eppure, la comunicazione del Dipartimento della sovranità alimentare, ufficializzata alle 18,16 di martedì scorso, non ammette spazio a equivoci di sorta sin dall’oggetto: “Campagna di pesca del tonno rosso, anno 2025: chiusura delle catture accessorie”.
Il direttore generale ha dichiarato che «da una verifica dei dati relativi alle catture by-catch di tonno rosso, aggiornati alla data odierna, è risultato che la quota assegnata ai Compartimenti marittimi della Sicilia è stata esaurita. Ne consegue che alle imprese di pesca, cui fanno capo le imbarcazioni non autorizzate alla cattura bersaglio del tonno rosso, non è consentito effettuare ulteriori prelievi accessori né procedere alle conseguenti operazioni di sbarco e commercializzazione, fatti salvi i quantitativi eventualmente provenienti da battute di pesca antecedenti. Considerata l’urgenza, è fatto divieto di effettuare, sbarcare, trasbordare e commercializzare, a qualsiasi titolo, catture accessorie di tonno rosso, a decorrere dalle ore 20 del 13 maggio».
Tutto questo a meno di due giorni dall’apertura della pesca accidentale. Andando oltre la fredda sintassi della disposizione burocratica, che tutte le marinerie, non solo siciliane, soffrono come Superman la kryptonite, l’analisi della questione inerente le quote di pesca del tonno passa dal numero di natanti italiani autorizzati, di gran lunga più elevato rispetto, ad esempio, a Francia e Spagna. Si va dalle circa 2.000 imbarcazioni in Italia alle circa 300 francesi e 250 spagnole.
Andando ancora più a fondo, in Italia la cattura accidentale del tonno viene consentita anche ad imbarcazioni di piccolissima stazza. Non è raro, a questo proposito, vedere situazioni al limite della decenza, con piccoli natanti entrare in porto e che con 4-5 esemplari di tonno a bordo rischiano di andare a fondo, con il pescato tagliato e sistemato alla meno peggio in coperta o in piccole celle frigo. Un trattamento del pesce che risulta agli antipodi rispetto a procedure di qualità e di garanzia della sicurezza alimentare.
Non tralasciando un altro punto: in queste condizioni, il prezzo al chilogrammo del tonno scende fino a 3 euro. Quota di vendita irrisoria. Urgono, insomma, correttivi normativi. Continuare così sarebbe deleterio e persino rischioso.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA