il caso
Trappeto Nord, tensione alle stelle tra clan per il controllo delle piazze di spaccio
Santapaoliani (gruppo dei Nizza) e Cappello sull'orlo della guerra all’ombra dei palazzi di Trappeto Nord
La posta in gioco è alta. Il controllo dello spaccio in via Capo Passero non è affare da poco per i clan mafiosi. Tra i santapaoliani (precisamente Nizza) e i Cappello ci sarebbero tensioni legati al traffico di sostanze stupefacenti all’ombra dei palazzi di Trappeto Nord.
La droga è una delle voci d’entrata più consistenti nel bilancio delle cosche mafiose. Nessuno quindi vuole mollare la presa. E da fonti de La Sicilia pare ci siano fibrillazioni in corso per la spartizione dello smercio di droga. Per un breve periodo i vari gruppi di pusher avevano trovato una sorta di accordo per gestire la vendita di cocaina e marijuana ma con i blitz le trattative sono saltate. E ci sarebbero state prove di “forza” (anche con l’uso di armi) fortunatamente al momento solo dimostrative. E infatti non si sarebbero registrati confronti “di persona”.
I narcos di Librino, che come abbiamo già raccontato nelle colonne di questo giornale stanno “governando” in via Capo Passero al posto degli autoctoni, sono un po’ in difficoltà visto che i vari reggenti operativi dei Nizza sono finiti in manette oppure hanno deciso di voltare le spalle alla malavita collaborando con la giustizia.
Lorenzo Michele Schillaci è stato arrestato nella retata ‘Quota cento’ nel 2020: i carabinieri fecero chiudere botteghe a diverse piazze di spaccio organizzate – come si è solito fare in questa zona – per civico. E se magari i pusher e le vedette operative non erano direttamente inseriti all’interno di Cosa nostra, i proventi avrebbero accresciuto la pignata dei Nizza e quindi della famiglia Santapaola-Ercolano. Ma sono state le defezioni dei vertici del gruppo a creare una ferita difficile da arginare.
Silvio Corra prima (che ha incastrato proprio Schillaci) e Salvatore Scavone dopo hanno inflitto il colpo di grazia ai narcotrafficanti santapaoliani che si erano rialzati, senza poche difficoltà, dopo che il “pentimento” dell’uomo d’onore Fabrizio Nizza e l’arresto del fratello Andrea nel 2017. Negli ultimi anni, a prendere le redini della gestione sarebbe stato una vecchia guardia con esperienza criminale. Che avrebbe anche conoscenze utili per poter conquistare il monopolio affaristico in via Capo Passero.
I piccioli della droga sarebbero utili a ripristinare il prestigio criminale nello scacchiere mafioso. E chissà anche ambire a entrare di diritto nella cupola (ancora vacante) di Cosa nostra. In un momento in cui i boss di peso sono tutti in gattabuia, più che il sangue e il cognome il potere lo detiene che ha soldi e armi. Una regola non scritta che emerse in tutta la sua orripilante logica in un’intercettazione dell’inchiesta antimafia Chaos.
Di questa debolezza dei santapaoliani vorrebbero approfittarne i cappelloti. In questi ultimi anni non sono mancate le inchieste che hanno documentato come i Cappello siano riusciti, anche attraverso legami indiretti, a mettere radici in via Capo Passero. Alcune famiglie residenti nella zona avrebbero infatti uno stretto contatto con Massimo Cappello ( fratello del padrino Turi al 41 bis) arrestato nel 2021 nell’operazione Minecraft.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA