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Trasfusione killer nell’Ennese, il ministero ha 60 giorni per risarcire

Di Redazione |

CATANIA – Il ministero della Salute dovrà risarcire con 200mila euro ciascuno entro 60 giorni la moglie e le due figlie di uomo di 70 anni morto nel 2014 per gli esiti di un’epatite cronica, diagnosticatagli nel 2007, contratta durante una trasfusione praticatagli nel 1982 in un ospedale dell’Ennese. E’ quanto ha stabilito il Tar di Catania che, «in caso di inutile decorso del termine», per eseguire il provvedimento ha già nominato come commissario ad acta, il Ragioniere Generale dello Stato.

La trasfusione, praticata in un ospedale della provincia di Enna,  fece contrarre all’uomo il virus dell’epatite C, poi evolutosi in cirrosi epatica. Nel 2008 ne causò la morte. L’uomo, che aveva 54 anni, ha lasciato la moglie e due figli.

La sentenza della quarta sezione dei giudici amministrativi, davanti alla quale ha presentato istanza l’avvocato Silvio Vignera, fa seguito «all’inadempienza del ministero» dopo che la sentenza di condanna del Tribunale del capoluogo etneo lo condannava a risarcire i tre eredi dell’uomo.

Il legale ha sollecitato, per conto di suoi tre assistiti, l’esecutività della sentenza chiedendo il risarcimento stabilito dalla sentenza di merito. L’ulteriore risarcimento danni è stato richiesto dall’avvocato Vignera per i suoi assistiti per il cosiddetto «danno da perdita del rapporto parentale. Rimasta inascoltata la richiesta risarcitoria formulata in via stragiudiziale, il legale ha proposto la richiesta di un giudizio di risarcimento danni davanti al Tribunale di Catania. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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