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Tre anni in cella per l'omicidio Fragalà, ma non c'entrava nulla: lo Stato dovrà risarcirlo con 300mila euro

L'avvocato è stato massacrato a colpi di mazza davanti al suo studio ed è morto dopo tre giorni di agonia

Redazione La Sicilia

25 Luglio 2025, 11:38

Tribunale-di-Palermo

Francesco Castronovo ha trascorso tre anni in carcere con l’accusa di aver preso parte al brutale pestaggio costato la vita all’avvocato Enzo Fragalà, massacrato a Palermo il 23 febbraio 2010, a colpi di mazza, davanti al suo studio di via Nicolò Turrisi e morto dopo tre giorni di agonia in ospedale. In realtà non c'entrava nulla e così, dopo l'assoluzione in via definitiva, lo Stato dovrà risarcirlo con 300mila euro, a titolo di «riparazione» per ingiusta detenzione. Lo scrive il Giornale di Sicilia.

La Cassazione ha confermato la decisione presa dalla Corte d’appello respingendo i ricorsi della Procura generale e del ministero dell’Economia. Un indennizzo identico a quello già riconosciuto a Paolo Cocco, assolto insieme a Castronovo e rimasto in carcere per 1.104 giorni. Anche per lui lo Stato dovrà pagare 300mila euro.

Castronovo era stato arrestato nel marzo del 2017 e scarcerato, al termine del processo di primo grado, il 23 marzo 2020. A inchiodarlo era stato il pentito Francesco Chiarello, che lo aveva indicato come «amico fraterno», sostenendo che si fosse presentato a casa sua con i vestiti sporchi di sangue per confessare l’aggressione.

Una versione ritenuta inattendibile e smentita da un altro imputato, Antonino Siragusa, che si autoaccusò del delitto e indicò come autore materiale il boss Antonino Abbate, facendo condannare anche Francesco Arcuri e Salvatore Ingrassia. A Siragusa la Procura non credette, i giudici sì.