Tre filoni verso un’unica richiesta di rinvio: cosa accade adesso nell'affaire Galvagno
La vicenda che riguarda il presidente dell'Ars ha monopolizzato questa prima parte dell'estate politica siciliana
L’avviso di conclusione d’indagine è stato notificato stamattina al presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno e agli altri 6 coinvolti. La data in calce alle 25 pagine è del 29 luglio, cioè ieri.
I sostituti procuratori di Palermo Federico De Benedettis e Andrea Fusco hanno modificato alcune delle accuse. Precisamente sono state eliminate dall’elenco delle “utilità” come controprestazioni degli accordi corruttivi, come l’abito in regalo e i biglietti gratis per i concerti musicali. Le memorie difensive su questo aspetto quindi hanno convinto i magistrati.
Ma l’impianto accusatorio a carico di Gaetano Galvagno è rimasto più o meno invariato. E ora cosa accade?
Alcuni avvocati potranno depositare memorie difensive o chiedere ai pm di sentire i propri assistiti nuovamente. Ci sono 20 giorni di tempo dalla notifica di oggi per poter intraprendere questa strada. Ma a settembre o più tardi a ottobre potrebbe arrivare la richiesta di rinvio a giudizio che riunisce tutti i filoni investigativi. Al momento sono tre: il primo che riguarda la corruzione alla Fondazione Federico II che coinvolge Sabrina De Capitani, ex portavoce di Galvagno, e Patrizia Monterosso, in qualità di ex direttrice. Il centro di gravità delle accuse è la mostra dell’artista italoegiziano Omar Hassan, anche lui indagato, che avrebbe “regalato” alle due donne due opere del valore di 50mila euro. Opere che sono state trovate e sequestrate dalla guardia di finanza a Monza, a casa della comunicatrice padana, e a Palermo, nella dimora della burocrate. E poi c’è l’altro filone, sempre per corruzione, che colpisce il cuore della giunta regionale con il coinvolgimento di Elvira Amata, attuale assessora al Turismo.
Assieme a lei è indagata Marcella Cannariato, moglie di Tommaso Dragotto (il patron di Sicily by car è estraneo all’inchiesta), che ha assunto per un anno circa il nipote dell’esponente dell’esecutivo regionale in quota Fratelli d’Italia.
Il capitolo riguardante il festival del Cinema - che è poi il caso da cui è partita l’intera inchiesta - non è stato invece ancora chiuso, ma potrebbe esserci per alcuni protagonisti una richiesta di archiviazione. Anche se le informative della guardia di finanza per quello che risulta a La Sicilia sono nelle mani della procura della Corte dei Conti per valutare eventuali reati erariali. Ma questa, comunque, sarebbe una vicenda con un suo percorso autonomo seppur parallelo.
Con l’avviso di oggi si chiude il terzo capitolo, quello della corruzione all’Ars. Un sistema che avrebbe permesso di pilotare fondi regionali - facendo i calcoli parliamo di oltre 400mila euro fra le elargizioni alle fondazioni riferibili a Marcella Cannariato e la vicenda sul Capodanno di Catania dell’anno scorso - a un preciso cerchio magico collegato a Galvagno, con il supporto di istigatrice e facilitatrice di Sabrina De Capitani.
Che ieri peraltro è stata difesa dal presidente dell’Ars nel corso della tradizionale cerimonia del Ventaglio.
La procura di Palermo, quindi, a questo punto potrebbe riunire i tre capitoli e chiedere al gip di Palermo il rinvio a giudizio a questo punto dei 10 indagati. Tranne se nel frattempo arrivi un 415 bis (un altro avviso di conclusione indagini) riguardante il filone Cannes, che vede nella bufera Nicola Tarantino, il rup del progetto dell’Absolute Blue (la società lussemburghese a cui la Regione aveva affidato l’operazione sul red carpet del festival francese), o il capitolo della corrente turistica con lo staff di Amata, fra cui l’ex segretario particolare Giuseppe Martino, che avrebbe ottenuto da Marcella Cannariato una consulenza per l’A&C Broker, la stessa società dove avrebbe dovuto ottenere un incarico legale (mai avuto però) la cugina di Galvagno, non indagata.
Sarà un autunno decisivo per il futuro (anche politico) del presidente dell’Ars. Ieri ha mantenuto il punto sul fatto che non si dimette poiché non ha ancora in mano un rinvio a giudizio. Nell’arco di qualche mese però le cose potrebbero cambiare. Nel mezzo comunque c’è l’audizione (assieme a Elvira Amata) alla commissione di garanzia del partito di Fratelli d’Italia che dovrebbe tenersi domani da remoto. I meloniani però avrebbero già pronta l’exit strategy: con Giorgio Assenza in pole position per un'eventuale sostituzione alla presidenza del parlamento siciliano.