LA POLEMICA
Università di Messina, un bando per un posto di ricercatore «solo per uomini». E scoppia la protesta
Nell'avviso pubblico richiesto il requisito “genere maschile". Dopo le rimostranze degli specializzandi arriva la modifica
«Incredibile ma vero: un concorso riservato solo ai maschi, solo al genere maschile». «Essere maschio é uno dei requisiti richiesti dall’azienda ospedaliera Universitaria di Messina. E poi dicono che il patriarcato non esiste più!». «E queste sono le Pari Opportunità!». Sono solo alcuni dei commenti che si sono scatenati sui social dopo la notizia che è stato pubblicato un bando di avviso pubblico per l’assunzione a Messina, presso il Policlinico universitario G. Martino, di un «professionista con ruolo di ricercatore aggiunto under 40» per 12 mesi, «eventualmente prorogabile fino alla scadenza del progetto», per un costo di 40.000 euro lordi, in cui figura il requisito «Genere maschile». Ovvero, un bando riservato solo agli uomini.
Si tratta – come scrive il Corriere.it – di un progetto di ricerca finanziato dall’Unione Europea coi Fondi Next Generation Eu. Soldi spesi per migliorare la prevenzione del cancro al seno in donne ad alto rischio. Tra i requisiti per avere quel posto, dopo quelli di ordine generale (cittadinanza italiana, assenza di lavoro dipendente con amministrazioni pubbliche o private, nessuna condanna penale, eccetera) e quelli specifici, ovvero la laurea in medicina, la specializzazione in radiodiagnostica, l’iscrizione all’ordine dei medici, al punto 6 figura figura appunto il “genere maschile”. Protestano gli specializzandi.
E le proteste avrebber portato a una immediata rettifica del bando, tanto che la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia roccella ha appena dichiarato: «Bene che il Policlinico universitario di Messina abbia rettificato il bando per un posto da ricercatore che inizialmente prevedeva fra i requisiti di accesso l’appartenenza al genere maschile».
«Sarebbe paradossale – prosegue – che mentre si fa di tutto per promuovere le pari opportunità, il lavoro femminile, la rimozione del gender gap nella scienza, proprio in ambito scientifico e universitario, per giunta con fondi dello stesso Pnrr che promuove la parità di genere come obiettivo, e su un tema sensibile come quello del cancro al seno, si prevedessero incarichi di studio e ricerca per soli uomini. Tutto è bene quel che finisce bene, sperando – conclude Roccella – che la prossima volta oltre a finire bene si cominci meglio».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA