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Usura e rapporti con i clan “tortoriciani”: confisca da 6,8 milioni confermata per imprenditore di Naso

Nunzio Ruggieri era stato coinvolto in una inchiesta antimafia. Allo Stato  la metà di una azienda tuttora operativa nel settore della macellazione e commercializzazione di pellame

Di Redazione |

La Cassazione ha confermato la confisca di beni per un valore di 6.800.000 euro per Nunzio Ruggieri un imprenditore di Naso (Messina). Le indagini erano state svolte dalla Direzione investigativa antimafia nel 2017. Oltre ad un consistente patrimonio finanziario ed immobiliare, dislocato nella provincia di Messina, tra Capo d’Orlando, Naso, Brolo e Sant'Agata di Militello, i beni sequestrati comprendono anche il 50% di una società (quote e compendio aziendale) tuttora operativa nel settore della macellazione e commercializzazione di pellame, nonché il 20% di un fondo consortile, operante nello stesso settore. L’imprenditore – dice la Dia – nel tempo risulta aver intrattenuto rapporti con esponenti di spicco dei sodalizi mafiosi dei «tortoriciani», già nel 2005 era stato condannato con sentenza della Corte di Appello di Messina per fatti di usura che hanno riguardato un funzionario di banca il quale, nel tentativo di ripianare la situazione debitoria creata a carico del proprio istituto di credito, si rivolgeva a diverse persone tra cui anche Ruggieri per ottenere prestiti usurai.

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