Il colloquio
Cina: Giuseppe Tornatore presiede lo Shanghai International Film Festival. L’intervista
Per il grande regista siciliano è un'esperienza nuova, che definisce «meravigliosa»
Shanghai appare per la prima volta davanti agli occhi di Giuseppe Tornatore, che pure la Cina la conosce bene. È arrivato nella metropoli cinese per presiedere la giuria internazionale della 27ª edizione dello Shanghai International Film Festival (SIFF), uno degli appuntamenti cinematografici più importanti dell’Asia, capace di attrarre ogni anno registi, attori e produttori da tutto il mondo. L’edizione di quest’anno, iniziata il 13 giugno, si conclude proprio oggi. Per Tornatore è un’esperienza nuova, che definisce «meravigliosa».
Accoglienza calorosa
«La città l’ho vista poco – racconta il regista siciliano – ma è stato sufficiente per incuriosirmi, accendere la voglia di scoprirla e conoscerla più a fondo. Spero davvero di poter tornare». L’accoglienza calorosa riservata a Tornatore non sorprende. Il pubblico cinese conosce e ama profondamente il cinema del regista siciliano, non solo il celebre premio Oscar Nuovo Cinema Paradiso, ma anche film come Malèna e La leggenda del pianista sull’oceano, spesso citati dagli spettatori durante la sua permanenza al festival. «Mi ha colpito molto scoprire quanto questi film siano amati in Cina, soprattutto dai più giovani – ha spiegato Tornatore –. Mi piacerebbe che anche Malèna e La leggenda del pianista sull’oceano fossero trasmessi in televisione come già avviene per Nuovo Cinema Paradiso, perché al momento sono disponibili solo al cinema. Sarebbe bello se anche queste opere, così apprezzate dal pubblico cinese, avessero l’opportunità di raggiungere un pubblico ancora più ampio».
Le storie siciliane apprezzate in Cina
Ma perché proprio queste storie riescono a parlare così profondamente a un pubblico culturalmente e geograficamente così distante? «Me lo sono chiesto anch’io – ammette Tornatore –. Probabilmente in Malèna è stata la figura femminile, vista attraverso gli occhi curiosi, ingenui e a volte morbosi di un ragazzino che si affaccia alla maturità, ad aver colpito così tanto gli spettatori cinesi. Forse hanno trovato in quella figura qualcosa in cui identificarsi». Un discorso analogo vale per il protagonista de La leggenda del pianista sull’oceano. «È un personaggio che nasce e vive in un non-luogo, una dimensione sospesa e indefinita. Questo suo essere “da nessuna parte”, sempre alla ricerca di un’identità, evidentemente ha toccato profondamente gli spettatori cinesi. Non so spiegarmi il motivo preciso, ma sono felice che sia successo». Identità e radici sono del resto sempre state al centro della poetica cinematografica di Tornatore.
Il legame con la Sicilia sempre fondamentale
Il legame fra il regista e la Sicilia resta fondamentale e presente in ogni sua opera, anche lontano da casa. «È una regione che storicamente ha ispirato moltissimo il cinema – dice con sicurezza –. Si sono sempre fatti e si continueranno a fare film sulla Sicilia, perché è una materia cinematografica inesauribile. Certo, l’isola è cambiata rispetto ai nostri ricordi, e di conseguenza è cambiato anche l’approccio cinematografico nei suoi confronti. Questo rende la Sicilia una fonte di ispirazione ancora più interessante per chi fa cinema». Questa attenzione per la propria terra, l’importanza della sincerità nel raccontare storie autentiche, è secondo Tornatore la chiave per arrivare a qualsiasi pubblico. «Quando faccio un film, non penso a un pubblico specifico – spiega –. Penso soltanto a raccontare quella storia, perché in quel momento è quella storia che mi coinvolge profondamente, che io stesso vorrei vedere al cinema. E credo che se un film è realizzato con sincerità, possa riuscire a raggiungere e interessare chiunque, ovunque nel mondo». Ne è un esempio lampante il successo internazionale di Nuovo Cinema Paradiso. «Ancora oggi, dopo tanti anni, scopro con sorpresa che il film piace anche ai ragazzi giovanissimi, persone che non erano neppure nate quando l’ho realizzato. Questo per me è un segno chiaro di quanto sia importante credere profondamente nelle storie che raccontiamo».
«Tra Cina e Italia rapporti è straordinari»
Una riflessione che si intreccia con il senso stesso della sua presenza al festival, ospitato in una città come Shanghai, oggi simbolo della crescente collaborazione culturale tra Italia e Cina. Proprio quest’anno, infatti, ricorre il 55° anniversario delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi, un’occasione che secondo Tornatore apre scenari promettenti. «La storia dei rapporti tra Cina e Italia è straordinaria e consolidata, soprattutto a livello culturale. Spero che si possano creare presto le condizioni per collaborazioni ancora più ampie e strutturate, soprattutto nel cinema». Riguardo alla possibilità di realizzare in futuro un film ambientato in Cina, Tornatore si dimostra aperto e incuriosito. «Se ci fosse l’opportunità, certamente non mi tirerei indietro. In passato, discutendo con amici e colleghi, ho espresso curiosità verso l’idea, ma al momento non c’è ancora un progetto concreto. Non saprei dire oggi che tipo di storia mi piacerebbe raccontare, ma sicuramente mi affascina la possibilità di girare un film in Cina».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA