Graziella Torrisi: «L’amore in ogni sua declinazione è il mio tema prediletto»
Di Graziella Torrisi, ideatrice e instancabile organizzatrice, a Zafferana Etnea, del Premio Internazionale di Pittura Giuseppe Sciuti, diretto artisticamente dal prof. Paolo Giansiracusa, come, più di recente, del “Caffè Letterario Donna Peppina”, abbiamo felicemente accolto la proposta di una rapida intervista che ci ha premesso di “ritrarla” come di ritrarre quella passione “genuina” per l’arte, per “il bello infinito” che l’accompagna sin dalla giovinezza, sin da quando, appena sedicenne, a scuola, l’insegnante di “Educazione artistica” suggerì l’acquisto della prima tela e dei primi colori ad olio.
Quali sono, e per quali ragioni, i tuoi maestri di riferimento e i movimenti artistici che prediligi?
«Non avendo seguito un percorso di studi dedicato esclusivamente all’arte, non ho frequentato il liceo artistico, e nemmeno l’Accademia di Belle Arti, i miei maestri ispiratori sono stati i pittori artisti che ho sempre seguito, sin da ventenne, come i motivi propulsori dei sodalizi artistici, delle associazioni culturali del territorio, e, in generale, delle frequentazioni di svariate mostre e ambienti artistici. Pietro Rausi, per esempio, un pittore, scomparso già da tanti anni, mi ha insegnato lo spatolato. Piano piano, mi sono formata da sola, senza insegnanti, osservando la bellezza dei lavori altrui, acquistando e studiando riviste specializzate. Mi sento vicinissima al movimento pittorico, apparso alla fine del Settecento, del “Romanticismo” poiché lascia spazio all’immaginazione, ai sogni, alla sensibilità e all’originalità degli artisti».
Quali sono i temi che ami narrare su tela?
«Il tema da me prediletto è - e rimane - quello dell’amore in tutte le sue declinazioni: l’amore per la famiglia, e in particolare per i propri figli; l’amore per il proprio territorio di appartenenza; l’amore per la natura e per le sue creature (fiori, animali). Altresì mi sono molto cari i classici e intramontabili temi dell’arte sacra: dalla luce dello Spirito Santo, alla Sacra famiglia, alla Natività e fino alla Resurrezione.
Qual è la tecnica con la quale ti esprimi e come si è evoluta nel tempo?
«La tecnica usata è da sempre olio su tela, segue lo spatolato. La prima mi affascina poiché permette di ottenere notevole brillantezza della colorazione come di omogenizzare la luminosità del dipinto. Amo molto anche la tecnica della spatola che consente di ottenere esiti affascinanti, più o meno accentuati a seconda delle caratteristiche dell’attrezzo, della sensibilità artistica del momento, dell’ispirazione. Recentemente ho usato i colori acrilici ma in realtà torno sempre ai colori ad olio, in una tecnica mista».
Qual è il colore dal quale ti senti meglio rappresentata e per quali ragioni?
«Non ho un colore prediletto. Sono tutti importanti per me. Quello che ultimamente mi stupisce in assoluto è il verde per le sue mille tonalità e le straordinarie sfumature realizzabili».
Dopo la conclusione della mostra “Armocromia. L’analisi del colore”, a quali progetti artistici sta lavorando?
«Sono molto contenta della partecipazione attenta di un pubblico numerosissimo ed entusiasta. È stata la mia seconda personale al “Collegio Santonoceto” di Acireale, la sensibilità mostrata verso l’arte ha premiato il mio impegno e la mia inesausta passione per l’arte. È stata altresì l’occasione, con i soci della “Carpe diem”, per animare proficui scambi culturali che, dall’arte, hanno tirato in ballo discorsi incentrati sulla filosofia, l’amore incessante per la sapienza, sull’esempio dei più grandi pensatori. Attualmente sto lavorando alla mia dodicesima personale dal titolo “La Cultura Letteraria ‘siciliana’ attraverso la pittura” che si terrà a Zafferana Etnea, nella sede dell’Associazione “Giuseppe Sciuti”, dal 20 al 26 settembre 2025 (ingresso libero). L’intento è quello di omaggiare su tela diversi scrittori isolani e, in generale, omaggiare il valore della lettura come opportunità di apprendimento e sollecitazione della creatività».