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I 25 anni di Geronimo Stilton, la sua “mamma” racconta: «E’ nato in un momento difficile»

Fu l'idea vincente di Elisabetta Dami ed è diventato un fenomeno editoriale che sarà celebrato con un tour della felicità che parte domani dal Palacultura di Messina

Di Ombretta Grasso |

Vende in Italia un libro al minuto. Ha viaggiato nel tempo, nello spazio e nel regno della fantasia. Ha incontrato faraoni, artisti, geni della musica. Risolto misteri e raccontato barzellette. Un fenomeno da ben 187 milioni di copie nel mondo tradotte in 52 lingue. Il mitico topo giornalista Geronimo Stilton, nato da un’idea di Elisabetta Dami, festeggia 25 anni di grandi successi (pubblicati da Edizioni Piemme) con un tour della felicità che parte domani dalla Sicilia, al Palacultura di Messina, dove ci saranno 800 bambini di cinque istituti. Stilton e la sorella Tea, in pelliccia e baffi, lanceranno l’iniziativa “Dillo a Geronimo”, in cui invitano i ragazzi a scrivere il loro pensiero di felicità, e presenteranno “Il piccolo libro dell’amicizia”. Poi, il 25 febbraio sarà in libreria “La mia giornata con Lucy”, un’avventura di Geronimo con l’australopithecus Lucy; “Capitan Lupita”, nuova serie a firma di Tea Stilton, “Viaggio nel tempo. Grandi Invenzioni”, alla scoperta delle invenzioni che hanno cambiato la vita dell’umanità, e a maggio il libro dedicato proprio al tema della felicità.

Il personaggio che ha conquistato milioni di ragazzi è stato creato da Elisabetta Dami, milanese, classe 1958, cresciuta in una famiglia di editori, autrice di libri per ragazzi.Com’è nato Geronimo Stilton?«Tanti anni fa scoprii di non poter avere figli e fu un momento molto difficile per me. Ho visto crollare tante donne sotto il peso di quel dolore e ho pensato che dovevo trasformarlo in energia positiva, esprimere il mio senso materno in un altro modo. Ho iniziato a fare volontariato in un ospedale pediatrico e per intrattenere i bambini in corsia, cominciai a raccontare loro delle storie buffe, con protagonista un topo divertente: Geronimo Stilton. Da subito è entrato nei loro cuori e nel Duemila sono nati i libri».Da cosa è stata ispirata?«L’idea di andare in ospedale mi venne leggendo la storia vera di Patch Adams, un medico americano che si vestiva da clown. Io non ero capace di farlo, ma sapevo ideare storie originali, divertenti. Geronimo è nato in un ospedale pediatrico per donare ai bambini un sorriso ma anche speranza e forza, quelle che cercavo anch’io».Perché proprio un topo?«Perché è un animale curioso di tutto, Come i miei giovani lettori e come me. Che da sempre amo viaggiare per conoscere tradizioni e culture diverse. Dai miei viaggi spesso mi arriva l’ispirazione per le avventure di Geronimo. Tenere viva la naturale curiosità dei ragazzi è importantissimo».

Perché è un giornalista?«Questa professione gli permette di essere credibile e autorevole anche quando affronta temi importanti. Ho immaginato una parodia della nostra società umana con i topi che si comportano come noi. Geronimo sono io. Fin dall’inizio, le storie sono sempre state avventurose, per tenere viva l’attenzione, comiche, per divertire, ma anche con tanti valori: lealtà, onestà, sincerità, solidarietà, amicizia, gentilezza… Perché piccoli gesti quotidiani di gentilezza possono migliorare la nostra vita e cambiare il mondo. E soprattutto rispetto: per la famiglia, i genitori, gli anziani, la natura, gli animali, gli insegnanti, le istituzioni, rispetto per gli altri e per se stessi».Qualità e difetti di Geronimo?«Ho immaginato come avrei voluto un amico ideale da bambina: leale, sincero, onesto, generoso, sempre pronto ad aiutarmi nel momento della necessità ma anche a condividere una risata. Non doveva essere perfetto, anzi, con tanti difetti e imperfezioni, perché tutti potessero immedesimarsi».Le sue storie hanno un lieto fine.«Quando facevo volontariato in ospedale un bambino mi chiese: ma poi finisce bene? Capii che avrebbe voluto un lieto fine per la “sua” storia. E lo metto sempre. Non possiamo scegliere quello che ci accade, ma possiamo decidere come reagire, come attraversare i momenti difficili. Quando guardo il bicchiere, lo vedo come una cosa meravigliosa, anche se non è pieno. Geronimo e io crediamo davvero nel potere della speranza. Solo se si riesce a sognare e a immaginare un lieto fine, si potrà realizzarlo insieme».

C’è un segreto in questo trionfo planetario?«E’ un segreto anche per me! – sorride – Credo sia avere a cuore i giovani lettori, ascoltarli e condividere con loro valori fondamentali e universali».Suo padre era un editore, quanto hanno influito le sue radici nel realizzare questo successo?«Ho iniziato molto giovane a lavorare con mio padre, Piero Dami, che negli anni 70 fondò la Dami Editore, casa editrice per bambini. La sua severità professionale, che all’epoca mi pesava molto, è stata la mia fortuna: mi ha insegnato il rispetto per il lettore, la ricerca della qualità, il cercare sempre di dare il meglio. L’autodisciplina mi aiuta ancora oggi ogni volta che devo iniziare un nuovo libro e mi trovo davanti la pagina bianca».Stilton ha vissuto molte avventure. Chi o cosa le manca ancora?«Ogni anno, a inizio gennaio, mi faccio la stessa domanda ma so che la risposta è dentro di me, da qualche parte. La mia forza è che, come i ragazzi, ho tanta fantasia. Ho anche la fortuna di avere al mio fianco tanti compagni di viaggio cui sono grata: una squadra meravigliosa, composta da tutte le persone che collaborano al progetto. Ogni volta troviamo un modo diverso di raccontare la nostra voglia di rendere il mondo un posto migliore».Festeggia 25 anni con un tour della felicità.«La felicità è nel cuore di ciascuno di noi. È il nostro sguardo sul mondo, il modo che abbiamo di affrontare ogni momento della vita. C’è un diritto per il quale tutti dovrebbero impegnarsi ogni giorno: la felicità».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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