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Leuta, il racconto della Sicilia con la penna di Mario Falcone

Il nuovo libro presentato a Zafferana Etnea su iniziativa del Lions Club

Enza Barbagallo

19 Giugno 2025, 11:13

Leuta, il racconto della Sicilia con la penna di Mario Falcone

«Leuta è il romanzo del ritorno che chiude il cerchio dopo 42 anni di assenza dalla mia terra. E’ un nostos , un viaggio di ritorno a casa, come lo fu per Ulisse, quando tornò a Itaca o come lo fu per Andrea Cambria  che torna a Cariddi, nel  romanzo Horcynus Orca di Stefano D’Arrigo. Il mio è un inno alla Sicilia e alla sicilianità, all’amore  per la nostra terra da cui mi sono dovuto staccare per realizzare i miei progetti. Sono un emigrante  che torna nella sua terra, dopo aver capito che la vita è dura e per raggiungere i propri obiettivi e realizzare i propri sogni, bisogna lottare, perché le lacrime del ritorno a casa saranno poi  lacrime di gioia…».

A parlare è Mario Falcone durante la presentazione del suo libro “Leuta” al Caffè letterario “Donna Peppina” promossa dal Club Lions ”Zafferana Etnea” e dalla sua presidente Graziella Torrisi  che  ha ringraziato l’autore «per queste due ore  di grande  interesse culturale sociale e civile che  ha arricchito tutti i presenti e in particolare i giovani della Consulta giovanile».

L’incontro è stato moderato  da Viviana Privitera. Lo  scrittore  e regista Vladimir Di Prima  ha introdotto l’autore che è sceneggiatore e  ha scritto pagine importanti in TV e ha vissuto a Roma, ma non ha mai dimenticato la sua terra e ha offerto molti spunti  di riflessione.

«A Roma ho sofferto - ha spiegato l'autore -  per la mancanza della mia isola, per la mancanza  del mare, del senso di comunità e solidarietà. Sono figlio dello Stretto sono cresciuto in una famiglia di donne  che mi hanno nutrito di narrazione orale della vita, quando si sedevano, oltre a fare curtighhiu, raccontavano storie. Cio ha influito sulla mia narrazione filmica e sulla narrativa letteraria. Ho subito capito che il mio interesse  era rivolto a raccontare  la vita e la verità. Lo scrittore ha una funzione civile e ha il dovere di raccontare  cio che vede e soprattutto raccontare  chi è l’essere umano  e quanta fatica fa per vivere».

Leuta è una lezione di scrittura, di stile, di lingua  che non disdegna anche termini  in dialetto catanese e la consapevolezza di aver sempre mantenuto la stessa voce e utilizzato ironia e autoironia. «Con questo romanzo del ritorno, faccio pace con me stesso, dopo un ritorno che è stato in qualche modo traumatico, perché non riconoscevo piu i luoghi, tutto era cambiato. Poi invece ho capito che scrivere  poteva essere terapeutico e liberatorio  e ho capito che  per voltare pagina  occorreva modulare il tutto e rimettersi in gioco come Enrico il protagonista di Leuta e  mio  alter ego   che cerca la sua Camelot per  trovare  pace. Attraverso i personaggi e i luoghi intrisi di mito, metafore, convivono i 4 elementi: acqua, aria,fuoco e terra e Leuta, luogo non luogo  diventa letteratura e i personaggi che vivono in essa  rappresentano l’umanità e sono motivo d’ispirazione come Don Alberto  il giovane sacerdote , con cui l’autore ha sentito l’esigenza di connettersi  con l’aspetto sacrale della vita ed essere un nomade dell’anima».

Non mancano in Leuta il ricordo di leggende , di storie  che vedono uno scrittore perfettamente allineato nel proprio tempo che in questo romanzo della maturità continua a dare emozioni e a farci sognare. A conclusione gli interventi del vicesindaco Salvo Coco, della consigliera comunale Cettina Coco , di  Carmelita Calì Presidente della Zona 16 e della padrona di casa Graziella Torrisi  felice di avere ancora una volta aperte le porte del suo " Caffè letterario" ad una personalità cosìi nteressante e significativa  che ha portato cultura ed emozioni