Leuta, il racconto della Sicilia con la penna di Mario Falcone
Il nuovo libro presentato a Zafferana Etnea su iniziativa del Lions Club
«Leuta è il romanzo del ritorno che chiude il cerchio dopo 42 anni di assenza dalla mia terra. E’ un nostos , un viaggio di ritorno a casa, come lo fu per Ulisse, quando tornò a Itaca o come lo fu per Andrea Cambria che torna a Cariddi, nel romanzo Horcynus Orca di Stefano D’Arrigo. Il mio è un inno alla Sicilia e alla sicilianità, all’amore per la nostra terra da cui mi sono dovuto staccare per realizzare i miei progetti. Sono un emigrante che torna nella sua terra, dopo aver capito che la vita è dura e per raggiungere i propri obiettivi e realizzare i propri sogni, bisogna lottare, perché le lacrime del ritorno a casa saranno poi lacrime di gioia…».
A parlare è Mario Falcone durante la presentazione del suo libro “Leuta” al Caffè letterario “Donna Peppina” promossa dal Club Lions ”Zafferana Etnea” e dalla sua presidente Graziella Torrisi che ha ringraziato l’autore «per queste due ore di grande interesse culturale sociale e civile che ha arricchito tutti i presenti e in particolare i giovani della Consulta giovanile».
L’incontro è stato moderato da Viviana Privitera. Lo scrittore e regista Vladimir Di Prima ha introdotto l’autore che è sceneggiatore e ha scritto pagine importanti in TV e ha vissuto a Roma, ma non ha mai dimenticato la sua terra e ha offerto molti spunti di riflessione.
«A Roma ho sofferto - ha spiegato l'autore - per la mancanza della mia isola, per la mancanza del mare, del senso di comunità e solidarietà. Sono figlio dello Stretto sono cresciuto in una famiglia di donne che mi hanno nutrito di narrazione orale della vita, quando si sedevano, oltre a fare curtighhiu, raccontavano storie. Cio ha influito sulla mia narrazione filmica e sulla narrativa letteraria. Ho subito capito che il mio interesse era rivolto a raccontare la vita e la verità. Lo scrittore ha una funzione civile e ha il dovere di raccontare cio che vede e soprattutto raccontare chi è l’essere umano e quanta fatica fa per vivere».
Leuta è una lezione di scrittura, di stile, di lingua che non disdegna anche termini in dialetto catanese e la consapevolezza di aver sempre mantenuto la stessa voce e utilizzato ironia e autoironia. «Con questo romanzo del ritorno, faccio pace con me stesso, dopo un ritorno che è stato in qualche modo traumatico, perché non riconoscevo piu i luoghi, tutto era cambiato. Poi invece ho capito che scrivere poteva essere terapeutico e liberatorio e ho capito che per voltare pagina occorreva modulare il tutto e rimettersi in gioco come Enrico il protagonista di Leuta e mio alter ego che cerca la sua Camelot per trovare pace. Attraverso i personaggi e i luoghi intrisi di mito, metafore, convivono i 4 elementi: acqua, aria,fuoco e terra e Leuta, luogo non luogo diventa letteratura e i personaggi che vivono in essa rappresentano l’umanità e sono motivo d’ispirazione come Don Alberto il giovane sacerdote , con cui l’autore ha sentito l’esigenza di connettersi con l’aspetto sacrale della vita ed essere un nomade dell’anima».
Non mancano in Leuta il ricordo di leggende , di storie che vedono uno scrittore perfettamente allineato nel proprio tempo che in questo romanzo della maturità continua a dare emozioni e a farci sognare. A conclusione gli interventi del vicesindaco Salvo Coco, della consigliera comunale Cettina Coco , di Carmelita Calì Presidente della Zona 16 e della padrona di casa Graziella Torrisi felice di avere ancora una volta aperte le porte del suo " Caffè letterario" ad una personalità cosìi nteressante e significativa che ha portato cultura ed emozioni