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Morto il fotoreporter che faceva mostre e concerti nell’androne del condominio (con 55 famiglie)

Nino Giordano, palermitano, nato come proiezionista poi fotografo, era diventato operatore culturale nel quartiere Albergheria dove viveva

Di Redazione |

 Si preparava a esporre le sue foto per il trentennale delle stragi. Nino Giordano, fotoreporter per vocazione, non è arrivato in tempo: è morto nel quartiere dell’Albergheria che aveva scelto come luogo di resistenza civile. Il suo impegno è raccontato da un formidabile archivio fotografico e dalle immagini che metteva in mostra nel suo condominio di via Giovanni Cristina 10. Non esponeva foto di attentati e di delitti ma, spiegava, «tracce di vita degli uomini che hanno lottato contro la mafia». 

 Negli anni Cinquanta Giordano faceva il «proiezionista» nelle sale cinematografiche, come l’Alfredo di «Nuovo Cinema Paradiso». Montava le pellicole, le avvolgeva nelle «pizze», ricomponeva il nastro che spesso si spezzava. Passato all’Opera universitaria (ora Ersu), ha continuato a occuparsi di pellicole ma anche di fotografia diventando fotoreporter dell’Uif (Unione italiana fotoamatori). Non si è più separato dalla sua Canon. 

 Nella sua seconda vita come operatore culturale ha cercato di raccontare la vita quotidiana, i colori e i personaggi dei quartieri popolari di Palermo. Nel 1990 ha avviato un programma culturale per l’intero condominio (dove vivono 55 famiglie) con mostre, incontri, perfino concerti dell’orchestra del teatro Massimo nell’androne del palazzo.  Il suo percorso di testimonianza per immagini contro la mafia si è fermato a 88 anni.   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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